Il recovery fund e il futuro della Puglia: occorre un patto tra istituzioni e forze sociali

di Antonio CASTELLUCCI
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 05:00

In questi giorni la Cisl Puglia ha promosso un impegno straordinario a tutta l’organizzazione per un’analisi complessiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nella nostra regione con sei commissioni, una per ogni singola missione prevista nel Piano nazionale, sia per una osservazione generale ma anche per definire proposte concrete di intervento coinvolgendo sia il nostro livello territoriale che le categorie regionali. Si tratta di un lavoro che ha avuto un primo momento di sintesi seminariale, alla presenza della Segretaria confederale nazionale Daniela Fumarola la quale ha sottolineato che “stiamo tracciando il nostro domani. Finalmente l’Europa sta giocando un ruolo solidale abbandonando le politiche rigoriste costruendo una nuova progettualità fondata su lavoro, coesione e sviluppo. Lo strumento principe sarà il Pnrr che andrà realizzato con una governance partecipata. Investimenti e riforme vanno implementati insieme, nel quadro di un nuovo patto sociale che avvicini il nord al sud, generi nuova occupazione, nuove politiche industriali, sblocchi le risorse sulle infrastrutture materiali e digitali e rilanci welfare, pubblica amministrazione e sanità". 

Le manifestazioni in programma

Questo diremo con forza al Governo in piazza il 26 giugno alle manifestazioni nazionali di Firenze, Bari, Torino. L’idea è quella di giungere ad un’analisi della ricaduta del Pnrr nella nostra regione, cercando di elaborare proposte ed idee in una logica di concertazione e confronto con le istituzioni locali che è l’unica reale possibilità di tradurre i fondi disponibili in investimenti, infrastrutture, lavoro, innovazione, indispensabili per costruire un rilancio economico e sociale del territorio. La Regione Puglia ha presentato, ancor prima dell’avvento del governo Draghi, un piano con 167 progetti per una spesa complessiva di 17 miliardi e 975 milioni. In attesa di convocazione a breve da parte della stessa Regione, diventa decisivo essere pronti confrontandosi nel dettaglio, per comprendere preventivamente le ricadute occupazionali economiche e sociali, progetto per progetto, opportunità per opportunità, per non sprecare neppure un euro. Dobbiamo peraltro rilevare che dopo un avvio promettente della cabina di regia con la Regione Puglia, abbiamo dovuto registrare rallentamenti se non veri e propri stop nel confronto, in un accentramento che certamente non giova a nessuno.

In questa logica crediamo che non è più tempo di limitarsi alle dichiarazioni di principio, alle sole intese generali, ma di tentare il più possibile di entrare nel merito dei singoli progetti così come verranno a concretizzarsi con l’obiettivo principale di creare occupazione e sviluppo territoriale. In altre parole significa seguire dalla progettazione alla messa in opera, con l’impegno determinante ed articolato delle nostre categorie e delle Cisl territoriali.

Il patto tra le istituzioni

Nel concreto per esempio si tratta di impegnarsi sulle infrastrutture come la Bari-Napoli ma anche connesse agli adeguamenti delle ferrovie regionali, sulle opportunità delle zone economiche speciali (Zes) con i porti di Bari, Taranto e Brindisi, su tutti i processi di ammodernamento della Pubblica Amministrazione a cominciare dai bandi per le assunzioni in programma nel breve e medio periodo, sulle questioni decisive connesse all’adeguamento delle strutture e degli assetti scolastici e più in generale alla formazione, alla ricerca e all’università, nonché un sostanziale riassetto del sistema sanitario regionale puntando decisamente sulla medicina territoriale di prossimità. Inoltre in questa complessa articolazione c’è anche tutto il capitolo dell’ex-Ilva che non può certamente limitarsi al semplicistico dualismo ambiente/lavoro.

Si tratta di utilizzare l’occasione del Recovery Plan per un grande patto tra Istituzioni, parti sociali sui temi del lavoro, dello sviluppo, della sicurezza, delle riforme economiche e sociali. È da questo scenario difficile che bisogna partire per sostenere le imprese ma garantendo contestualmente la tenuta occupazionale e sociale dei lavoratori, senza un prima e un dopo. Occorre avviare anche a livello regionale subito un confronto per un patto sociale e per il lavoro. Per questo chiediamo anche alla Confindustria regionale ed alle altre organizzazioni datoriali un confronto più serrato con le istituzioni regionali e locali per dare risposte unificanti alle domande di futuro che vengono dai pugliesi e che unitariamente come sindacato possiamo auspicare per dare risposte che coinvolgano tutti, nell’ambizione che nessuno resti indietro. Secondo la Cisl le domande da porsi sono: ci sarà mai un’altra occasione? E se non ora quando?

* Segretario generale Cisl Puglia
 

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