Lotta all'inquinamento, ora la svolta va attuata fino in fondo

di Maurizio PORTALURI
2 Minuti di Lettura
- Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 12:07
Lunedì scorso, a Lecce, si è tenuta la presentazione di un rapporto della Repol, la rete per la prevenzione oncologica leccese ora Csa (Centro Salute Ambiente). Il rapporto è una raccolta di letteratura concernente lo stato di salute e dell'ambiente nel territorio della provincia di Lecce. Di fatto, l’ulteriore conferma della drammaticità dei dati di incidenza e di mortalità tumorale. Sul determinante ambientale rispetto a questa drammatica situazione, circolano affermazioni e cifre confuse.
Di nuovo rispetto alla passata stagione politica regionale vi è, tuttavia, da segnalare la dichiarazione del presidente Emiliano sulla necessità di decarbonizzare la Puglia, con ciò intendendo la liberazione della regione non tanto dalle energie fossili tout court quanto dal carbone. Tale cambio di marcia a livello politico si è di fatto tradotto, anche tra i tecnici istituzionali, in un cambio di passo sul piano scientifico.
Posizioni scientifiche che fino a pochi mesi fa erano ritenute eretiche, fuorvianti o definite spregiativamente militanti – e cioè le problematiche di salute ed emissioni locali dell’area Sogliano-Galatina, l'associazione di decessi attribuibili alle polveri emesse e provocate (particolato secondario) da Cerano – sembrano essere state cavalcate dai diversi relatori del convegno Repol. D'un colpo i minimizzatori dell'impatto ambientale e sanitario di produzioni nocive si sono trasformati nei maggiori sponsor della decarbonizazione dell'impianto brindisino. Inoltre, nulla è emerso circa le tonnellate di pet-coke bruciate nella cementerie del centro della provincia di Lecce.
La domanda che sorge spontanea è dunque: cosa indirizza le idee delle agenzie pubbliche sanitarie e ambientali se non il cambio di passo, probabilmente strumentale, della politica oggi al comando?
È nota la proposta del presidente Emiliano di trasferire il progetto di approdo del Tap a Brindisi. Tale progetto permetterebbe, nelle intenzioni del presidente, da un lato di evitare l'approdo del tubo di gas in una zona molto apprezzata dai turisti e dall'altro di metanizzare la centrale termoelettrica di Cerano. Il progetto, tuttavia, è rifiutato dalla azienda, che evidentemente ritiene più profittevole produrre energia con il carbone, non è supportato dal governo ed ha già riscosso pareri negativi tra quanti prospettano per Brindisi un vero cambio di rotta rispetto al modello di sviluppo tuttora in voga, quello che ha già lasciato sul territorio povertà e malattia.
In conclusione, riscontriamo un penoso appiattimento alle idee politiche dominanti, che non ci pare una buona premessa alle future attività di studio e di ricerca. Che senso ha indagare domande di cui si pretende di conoscere già la risposta? Si possono formulare solo domande gradite a chi si trova al comando di amministrazioni e aziende o sarà dato spazio ai ricercatori capaci di lavorare diversamente? Sappiamo infatti che la conoscenza si realizza solo con la trasparenza dei metodi e dei risultati, trasparenza che i ricercatori possono ottenere confrontandosi in modo condiviso con la società civile.
Altrimenti, verrebbe da dire ... Francia o Spagna purché se magna!
© RIPRODUZIONE RISERVATA