Covid, tamponi di massa all'ex Somal di Sabaudia e controlli sulle quarantene

Covid, tamponi di massa all'ex Somal di Sabaudia e controlli sulle quarantene
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Aprile 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 10:43

Uno screening di massa per cercare di arginare la diffusione del covid tra la comunità indiana di Sabaudia. Questa è una delle misure che sono state messe in campo per affrontare l'emergenza che sta interessando i braccianti sikh che vivono nella città pontina e che sono concentrati essenzialmente nell'area dell'ex Somal. Nella giornata di domani la Asl di Latina effettuerà, tra le 13 e le 20, almeno 500 tamponi presso la lottizzazione di Bella Farnia dove si stima che vivano circa 2.500 indiani. Un'attività che si svolgerà con il supporto della protezione civile comunale.

Covid, la Asl di Latina: «Cerchiamo circa 300 gli indiani rientrati prima dello stop ai voli, dobbiamo rintracciarli e tamponarli»


«ISOLARE I POSITIVI»
L'intento è quello di individuare e isolare i positivi e mettere in quarantena i loro contatti diretti. «Siamo in costante contatto con la Prefettura di Latina perché la questione non va sottovalutata spiega il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi I casi di contagio tra cittadini indiani interessano essenzialmente i 4 Comuni dove sono maggiormente concentrati tra cui proprio la nostra città. Encomiabile il lavoro della nostra Polizia Locale che sta effettuando un monitoraggio attento, casa per casa, per accertare il domicilio delle persone positive e verificare l'entità dei nuclei famigliari dichiarati nonché di Carabinieri e Polizia di Stato che stanno effettuando dei controlli a campione alle fermate degli autobus per evitare assembramenti e per accertare che chi è positivo o in quarantena la rispetti».

LE DIFFICOLTA'
La Polizia Locale infatti, da diversi giorni, è impegnata nel controllo delle persone che convivono con i pazienti indiani risultati positivi e in diversi casi sono state riscontrate anomalie. Purtroppo la situazione abitativa nell'ex Somal è precaria e spesso nello stesso appartamento si ammassano moltissime persone il che facilita la trasmissione del virus. A questo si assommano tutta una serie di altre problematiche. «Hanno cominciato a prendere coscienza della situazione di emergenza ma per loro il concetto di asintomatico è difficile da comprendere per cui se stanno bene continuano ad andare al lavoro anche perché hanno paura di perderlo e rimanere disoccupati - spiega il mediatore culturale Davide Torrebruno - che si è occupato anche del volantinaggio di locandine informative sul covid 19 presso la comunità sikh di Bella Farnia Purtroppo la loro conoscenza del coronavirus è molto inferiore rispetto a quella che possono avere gli italiani anche perché è diversa la loro consapevolezza dal punto di vista medico. Stiamo cercando di spiegare loro come evitare il contagio e di trasmettere a loro volta la malattia».
Una situazione molto complicata e delicata. Basti pensare che alcuni indiani non hanno un medico curante e non sanno a chi rivolgersi oppure, se anche scoprono di essere positivi non rispettano l'isolamento fiduciario. È accaduto che bambini di nazionalità indiana appartenenti a famiglie con casi di positività si siano presentati regolarmente a scuola anche se sarebbero dovuti rimanere a casa in quarantena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA