Stretta dei magistrati su Anastasiya «Le sue dichiarazioni non convincono»

2 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Dicembre 2019, 05:01
Emilio Orlando
Continuano le indagini della procura sulla vicenda che avvolge l' omicidio di Luca Sacchi. Sarà una settimana di ulteriori verifiche sulle dichiarazioni di Anastasiya Kylemnyk, fidanzata della vittima, indagata per spaccio di droga insieme al Giovanni Princi, ex compagno di classe di Luca e quelle di Domenico Marino Munoz.
I tre sono ritenuti dagli inquirenti poco credibili, rispetto al rimpallo di accuse che ciascuno rivolge verso l' altro. La deposizione della ragazza è stata completamente smentita da Munoz, e la sua posizione appare sempre più ambigua. Per i magistrati le deposizioni della ragazza non convincono. Gli investigatori stanno ricostruendo le ore che hanno preceduto l'omicidio davanti al Pub John Cabot, per risalire ai finanziatori che avrebbero fornito i 70 mila euro per l' acquisto della droga, marjuana per gli indagati, cocaina per gli inquirenti. Nei prossimi giorni si conosceranno i risultati degli esami irripetibili sui frammenti di tessuto che stavano sotto le unghie di Luca Sacchi. Gli esperti del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri hanno ispezioni anche la Citroen C1 di Anastasiya per cercare vani nascosti ricavati per trasportare la droga.
Tabulati telefonici, celle dei cellulari e le conversazioni su whatsapp sono al vaglio degli esperti informataci del reparto investigativo di via In Selci. Il giudice per le indagini preliminari Costantino de Robbio ed il sostituto procuratore Nadia Plastina, che ha risolto l'omicidio in poche ore, stanno riesaminando tutte le deposizioni dei vari testimoni oculari del delitto. I magistrati sono certi che qualcuno di loro ha mentito ed ha omesso particolari importanti sulle persone presenti la sera del 23 ottobre davanti al pub dove è avvenuta l'esecuzione messa a segno da Valerio del Grosso e dal complice Paolo Pirino. Sotto la lente d'ingrandimento dei carabinieri anche i rapporti con Marcello ed Alfredo de Propris, il primo in carcere con l'accusa aver fornito il revolver all'assassino ed il padre arrestato per possesso di armi.
I de Propris, che controllano la piazza di spaccio di via Coleman a Tor Sapienza, sarebbero secondo i carabinieri e la polizia i fornitori dove del Grosso e Pirino si rifornivano per rivendere la droga alla comitiva della Caffarella.
riproduzione riservata ®
© RIPRODUZIONE RISERVATA