Fase 3, futuro smart per il lavoro: tutte le nuove regole

Fase 3, futuro smart per il lavoro: tutte le nuove regole
di Alberto Mattiacci
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Mercoledì 1 Luglio 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 16:21

Smart significa intelligente, nel senso di scaltro. È una parola oggi popolare: in simbiosi con lo smart-phone, durante il lockdown abbiamo sperimentato lo smart-work e, dalla Fase 2, la smart-mobility; alcuni sindaci sognano di trasformare le città in smart-city e, forse, un domani, ci riusciranno. Il futuro, insomma, ha sembianze smart.
Lo smart-work, in particolare, è una delle parole chiave del cambiamento dell'economia mondiale e quindi della società intera.

In italiano viene chiamato lavoro agile e si basa su tre semplici idee: 1) Si può lavorare senza vincoli di luogo (es. l'ufficio) e tempo (es. cartellino. 2) La tecnologia è diffusa e può aiutare a svolgere i compiti ovunque, anche in casa. 3) Il lavoratore e il datore di lavoro devono trovare le forme giuste, perché il lavoro non deve sovrastare la vita privata, né perdere di produttività. Abbiamo alle spalle più di un secolo durante il quale il lavoro è stato invece concepito e impostato secondo principi esattamente opposti: si lavora da una certa ora a un'altra e solo in un luogo definito; il necessario per lavorare è disponibile solo sul luogo di lavoro; le modalità di esecuzione del lavoro sono stabilite in modo rigido. La nostra cultura di lavoro si è formata così. Ora, però, il lavoro agile si prepara a diventare una delle forme dominanti di lavoro. Come sempre, alle molte luci si accompagnerà qualche ombra. Chi è scaltro, anzi smart, ne avrà beneficio ma occorre prepararsi.

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