Simone Pierini
Prima il commento (infelice) di Boris Johnson: «Da noi più

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Giovedì 24 Settembre 2020, 05:01
Simone Pierini
Prima il commento (infelice) di Boris Johnson: «Da noi più contagi che in Italia o in Germania perché amiamo la libertà». Poi l'elogio del Financial Times: «Mentre la Spagna, la Francia e il Regno Unito soffrono una ripresa del Covid-19, il Paese ha saputo adattarsi dopo la prima e brutale fase della pandemia». Con le sue barriere - tamponi obbligatori ora anche per chi arriva dalla Francia - l'Italia resiste e assiste alla seconda ondata atterrata sull'Europa, che tra una misura restrittiva e l'altra cerca di correre ai ripari agli errori commessi nella fase due. Paesi che non hanno imposto da subito l'obbligo della mascherina nei luoghi chiusi e che forse avevano intravisto una via d'uscita dalla pandemia prima del dovuto. Anche il nostro Paese ha commesso i suoi errori abbassando la guardia durante le vacanze estive e aprendo le discoteche con troppa leggerezza. Ma la risposta alle prime avvisaglie di risalita del contagio è stata pronta e decisa.
SPAGNA NEI GUAI Chi sta peggio è la Spagna con il virus che tocca 287 persone ogni 100mila abitanti. Una enormità in confronto al dato italiano: 32 persone ogni 100mila abitanti e ieri 1640 positivi su oltre 100mila tamponi con venti decessi. In un giorno il Paese iberico ha dovuto fare i conti con 241 morti e 10.799 casi.
FRANCIA SCARLATTA L'impennata di contagi sta investendo anche la Francia (204 positivi ogni 100mila abitanti) che continua a rincorrere il Covid annunciando nuove misure restrittive. Cambiano anche i colori delle zone a rischio trasformando il rosso in super rosso o rosso scarlatto. Una nuova mappatura sulla circolazione del coronavirus che investe anche Parigi dove a partire dalle 20 sarà vietata la vendita di alcol, saranno proibiti gli assembramenti con più di dieci persone e ai grandi eventi saranno ammesse non più di mille persone. Ed è caos alla frontiera con l'Italia dove sono scattati i controlli obbligatori con tamponi.
RECORD IN GB Si ragiona addirittura su un nuovo lockdown totale entro Natale in Gran Bretagna, dove ieri si sono registrati oltre seimila casi giornalieri (dato più altro dal primo maggio). Il ministro degli Esteri Dominic Raab ha parlato della necessità di una nuova rigida chiusura nel caso in cui le nuove misure restrittive (chiusura pub alle 22 e mascherine nei negozi, nei taxi e nei ristoranti) non dovessero funzionare. Infine la Germania, con l'allarme del virologo dello Charité Christian Drosten: «Dobbiamo cambiare alcune cose perché la pandemia inizierà seriamente soltanto adesso. Anche da noi».
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