Mario Fabbroni
Per la prima volta il braccio della legge colpisce i clienti:

Mario Fabbroni Per la prima volta il braccio della legge colpisce i clienti:
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 05:01
Mario Fabbroni
Per la prima volta il braccio della legge colpisce i clienti: 233 persone infatti dovranno pagare per le partite di calcio su Sky e Dazn, le serie tv su Netflix, i film su Mediaset Premium e perfino la musica su Spotify godute con il sistema di ricezione illegale che funziona ad un costo medio di 10 euro al mese. Rischiano fino ad otto anni di carcere, una multa di 25mila euro e la confisca dello strumento utilizzato (pc, smart tv, smartphone).
«È una svolta epocale, finalmente chi sbaglia paga», ha commentato l'Ad della Lega Serie A Luigi De Siervo sulla stessa scia del presidente dell'Anica Francesco Rutelli: «Operazione senza precedenti». L'indagine delle Fiamme Gialle riguarda tutta Italia, ad eccezione della Valle d'Aosta. Già a settembre dell'anno scorso la procura di Napoli aveva chiuso un'indagine con al centro la piattaforma streaming Xtreams Codes, un colosso internazionale con ricavi illegali per circa 60 milioni l'anno e 5 milioni di potenziali clienti, che però non erano ancora stati individuati al momento del blitz. In questo caso, invece, i finanzieri sono riusciti dagli Ip e dalle informazioni fornite dagli stessi clienti - oltre ai dati anagrafici anche quelli relativi alle carte di credito utilizzate per i pagamenti - a individuare 223 soggetti fisici, che sono stati appunto denunciati.
«Acquistando questi abbonamenti - dicono i finanzieri - i clienti non solo alimentano il circuito criminale ma condividono con le organizzazioni i propri dati personali e bancari, esponendosi a rischi informatici di ogni tipo». I clienti, spiegano gli uomini del Nucleo, venivano agganciati attraverso siti vetrina, canali Telegram e gruppi chiusi su Facebook dai resellers', i rivenditori del segnale illegale. Ma gli accertamenti tecnici hanno anche portato alla luce un nuovo metodo.
Prima c'era il cosiddetto pezzotto: al cliente veniva fornito un apparecchio per decodificare il segnale criptato. Oggi, invece, basta la stringa di un codice inviato attraverso Whatsapp per accedere ai programmi.
Il segnale viene diffuso via Iptv (Internet Protocol Television), un sistema che è perfettamente legale: la differenza sta nel fatto che le piattaforme pirata, dopo aver acquisito con regolari abbonamenti i palinsesti televisivi delle pay tv ufficiali, ricodificano il segnale assemblando i flussi dei singoli canali in un unico file, che è poi quello che riceve il cliente finale.
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