Lorena Loiacono
Scuola nei guai, a settembre riaprirà ma non si sa con quali

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Mercoledì 1 Luglio 2020, 05:01
Lorena Loiacono
Scuola nei guai, a settembre riaprirà ma non si sa con quali docenti. Soprattutto al Nord, nelle regioni più colpite dal Covid-19. Sono oltre 85 mila infatti le cattedre rimaste vacanti a seguito delle richieste di trasferimento e le partenze più numerose sono quelle che dalle regioni settentrionali si dirigono al Sud, a cominciare dalla Lombardia dove le scuole chiuse da febbraio per l'emergenza Covid riapriranno senza migliaia di docenti. Con la difficoltà di reperirne di nuovi, lì dove il virus continua a far paura. Alla base delle richieste di trasferimento ci sono la necessità dei docenti fuori sede di tornare a casa ma c'è anche la paura di tornare in territori dove la sofferenza per la pandemia si è fatta sentire più che altrove. Sta di fatto che, a settembre, in Lombardia mancheranno all'appello nella scuola elementare oltre 3200 maestre e quasi 2300 insegnanti di sostegno. Un dato enorme visto che una cattedra vacante su tre, in Italia, si trova in Lombardia. Nel Lazio ad esempio, una delle regioni con il maggior numero di scuole e di docenti, saranno 935 le cattedre vacanti alla primaria e quasi 600 sul sostegno. L'allarme resta comunque alto in tutta Italia: «Avremo un inizio anno complicato, alla ricerca di supplenti, soprattutto al Nord, ovvero nelle aree più colpite dal covid - spiega la segretaria della Cisl scuola Maddalena Gissi - Non si può procedere solo per concorsi come è stato fatto negli ultimi 4 anni, ma è necessaria una procedura di reclutamento e stabilizzazione. A settembre partiamo da una base di 200 mila incarichi annuali». Per il ministero dell'istruzione, invece, la soluzione è proprio nei concorsi: «Ne sono stati banditi per 62 mila posti, successivamente portati a 78mila - spiegano da viale Trastevere - di questi, 32 mila sono destinati ad una procedura straordinaria».
A breve si saprà anche quante assunzioni sono previste per il prossimo anno, a cui si aggiungeranno i 50 mila contratti annuali previsti per l'emergenza Covid.
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