Covid a scuola, allarme AstraZeneca ai prof: senza vaccino chi ha patologie

Covid a scuola, allarme AstraZeneca ai prof: senza vaccino chi ha patologie
di Lorena Loiacono
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Lunedì 1 Marzo 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:56

Il vaccino sale in cattedra, ma non per tutti: parte la somministrazione di AstraZeneca tra docenti, bidelli e amministrativi impiegati nelle scuole, ma restano fuori le categorie a rischio. A cominciare dai cosiddetti vulnerabili: si tratta dei pazienti con patologie come il diabete, ad esempio, ma senza l'invalidità né la legge 104 previsti invece per i fragili. Sono comunque pazienti a rischio perché sono in classe, ogni giorno, a contatto con decine di ragazzi.

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Eppure non possono accedere, per ora, al vaccino AstraZeneca messo a disposizione per la scuola: la soglia di età per ricevere AstraZeneca è stata alzata da 55 a 65 anni ma non è stata autorizzata per ora la somministrazione a pazienti vulnerabili, come i diabetici. E non sono pochi. Basti pensare che in Italia, secondo i dati Istat relativi al 2017, il diabete colpisce tra il 3 e il 5% della popolazione italiana in base alla fascia di età, comunque considerando solo la soglia sotto i 65 anni. Considerando una percentuale media del 4%, su un totale di 800mila docenti e 200mila tra bidelli e amministrativi, si tratta di 40mila persone che per ora restano fuori dalle vaccinazioni.

Pur essendo più a rischio di tutti gli altri.

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A loro dovrebbe andare un'altra tipologia di vaccino, come Pfizer. A questi si aggiungono inoltre tutti gli altri vulnerabili e non solo: restano fuori per ora, infatti, anche i docenti compresi tra i 65 e i 67 anni di età, ai quali AstraZeneca non può essere somministrato ma che rappresentano la fascia più a rischio per l'età. Anche in questo caso servono altre tipologie di vaccino. La quota degli esclusi si allarga, quindi, in attesa dell'arrivo di nuove dosi.


La campagna tra il personale scolastico è partita, tra prenotazioni e prime somministrazioni, in poche Regioni come Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. Un impegno importante ma che mostra ancora delle falle preoccupanti proprio tra i più deboli.

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