Specialità Alimentari, o l'arte di farsi del male

Specialità Alimentari, o l'arte di farsi del male
di Alberto Mattiacci
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 14:50

Le Specialità Alimentari non sono cibi qualsiasi. Certo, una specialità dolciaria è pur sempre un dolce; una specialità casearia pur sempre un formaggio. Ma, in realtà, non è così: il Balsamico di Modena o il cioccolato di Modica per dire, hanno un che di unico, non sostituibile.
Le specialità italiane tutelate dalla legge, appartenenti al segmento DOP e IGP, sono circa 299. Sono un tassello chiave, positivo, dell'idea che il mondo ha di noi. Valgono molto: quasi 15 miliardi al consumo in Italia, circa 3,5 di export.
Nel mondo c'è chi le imita, o almeno ci prova. Le fa, chissà come, e le camuffa perché suonino come quelle vere -es il Parmesan Cheese.
Questo furto d'identità si chiama Italian sounding: sono oltre 60 miliardi di euro di fatturato, dice Eurispes. Sottratti alle nostre alle nostre imprese, ai nostri territori, ai nostri lavoratori.
Qui sta il punto.
Come si tratta ciò che si considera speciale? Lo si protegge: si evita che qualcuno possa prenderselo; si sta attenti che non accada nulla che possa intaccare ciò che, ai nostri occhi, lo rende unico, eccezionale, straordinario. Speciale significa ricco di valore, infatti, e i valori si tengono da conto.
Per anni, la Repubblica Italiana ha combattuto l'Italian Sounding nel mondo.
Poi, giorni fa, si scopre che si è stancata di farlo. La bozza della nuova legge di bilancio, infatti, cancella il problema con un clic.
Come ha fatto con la povertà: sulla carta.

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