Il genio Churchill nell'Ora più buia

Il genio Churchill nell'Ora più buia
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Venerdì 1 Dicembre 2017, 05:01
Michela Greco
TORINO - «Mio padre era come Dio, sempre impegnato altrove». È solo una delle numerose, fulminanti battute che costellano i brillanti dialoghi di Darkest Hour - L'ora più buia, il film con cui Joe Wright (Espiazione) fotografa un momento chiave della Storia. Quando, nel maggio 1940, nonostante fosse circondato da disprezzo e sfiducia, Winston Churchill divenne primo ministro della Gran Bretagna che stava per entrare in guerra con la Germania nazista. Furono mesi cruciali in cui, mentre l'Europa veniva progressivamente conquistata da Hitler, il governo inglese cercava a tutti i costi una soluzione diplomatica. Ma Churchill cambiò rotta e impose una resistenza militare all'ondata nazista. Nel film - al cinema dal 18 gennaio - questo personaggio incredibilmente intelligente, ironico, eccentrico e umorale, è incarnato da un eccezionale Gary Oldman, che sotto un trucco impeccabile restituisce tutte le emozioni, le stranezze e le vulnerabilità di un piccolo grande uomo al confronto con la Storia.
Fa impressione pensare che l'attore sotto la maschera sia lo stesso che ha vestito i panni della grigia spia de La talpa, soprattutto quando lo si vede infuriarsi coi sottoposti mentre si ingozza di cibo e alcol, o piangere tra le braccia della moglie (un'ottima Kristen Scott Thomas) per le incertezze sulla sorte del suo paese. L'ora più buia è un film che, pur nel suo impianto piuttosto convenzionale, rende onore alla grandezza del cinema grazie alla qualità registica, interpretativa, di scrittura e di sguardo sulla realtà. È un affresco storico carico di tensione ed emozione, ma anche la straordinaria parabola di un uomo che, restando fedele a se stesso - e al popolo che serviva - si è trasformato da politico impopolare a salvatore della patria.
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