Internazionali di tennis con pubblico in presenza: «Che emozione sugli spalti, ho assaporato la normalità»

Internazionali di tennis con pubblico in presenza: «Che emozione sugli spalti, ho assaporato la normalità»
di Marco Esposito
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Venerdì 14 Maggio 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 18:42

Sono in fila. Sul mio pallino arancione. Come mi è successo decine di volte negli ultimi 15 mesi. In fila per entrare al supermercato, per andare a comprarmi una tuta o per prendere un caffè d'asporto al bar.
Questa volta è diverso. Questa fila vale un pezzetto di normalità. Sono in coda per entrare agli Internazionali d'Italia al Foro Italico. È il primo evento sportivo aperti al pubblico negli ultimi 15 mesi.
Non lo nascondo: c'è un pizzico di emozione. Per la prima volta tocco - quasi con mano - quella luce in fondo al tunnel di cui parliamo da un anno ma che - nei momenti più bui - sembrava come l'orizzonte: più ci vai incontro, più lui si allontana.
Invece no, questa volta la sto afferrando questa benedetta luce, questa benedetta normalità.
Certo, è una normalità condizionata come la libertà che a spizzichi e bocconi stiamo tornando ad assaporare con rischio calcolato.
Entro al centrale del tennis del Foro Italico, con gli spalti tutti in verticale. Il sole infuoca le poltrone e la terra rossa. Mi emoziono: siamo pochi, ma siamo tantissimi. Ovviamente non c'è il pienone, le regole non lo permettono. Ma sono mesi che non vedo così tanta gente tutta insieme.
Lo stadio può essere riempito solo parzialmente, tra di noi c'è almeno un seggiolino vuoto in ogni direzione, abbiamo tutti obbligatoriamente una mascherina fFp2. Ma siamo contenti.
Entra Djokovic in campo, inizia a palleggiare, la musica parte a volume fortissimo. Il pubblico batte le mani, mi guardò intorno, una persona vicina a me (si fa per dire) si arrotola le maniche della polo per abbronzare le braccia bianche. Quante volte ho visto questa scena al Foro Italico. È la normalità che fa capolino nelle nostre vite. Mi ci trovo bene nella normalità, sembra di rivedere un amico del liceo che non frequenti da un po' di tempo, ma basta poco per ritrovare la sintonia dei vecchi tempi.
La banale normalità: quella che frequentavamo ogni giorno. Quanto ci è mancata.

 

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