Giorgia Meloni scrive su Leggo: «I bonus del governo non bastano. Bisogna intervenire sui costi fissi delle aziende. Vogliamo un confronto»

Giorgia Meloni scrive su Leggo: «I bonus del governo non bastano. Bisogna intervenire sui costi fissi delle aziende. Vogliamo un confronto»
Giorgia Meloni scrive su Leggo: «I bonus del governo non bastano. Bisogna intervenire sui costi fissi delle aziende. Vogliamo un confronto»
di Giorgia Meloni
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 08:40

Gli ultimi Dpcm di Conte hanno fatto ripiombare l'Italia nel periodo più drammatico dell'emergenza coronavirus. I vizi sono quelli di sempre: norme annunciate in tv solo per accontentare la sete di popolarità del premier, forzature terminologiche con cui il Governo si mette a sconsigliare questo o quel comportamento come se fossimo nell'Iran degli ayatollah, provvedimenti che incidono pesantemente sulla vita e sulla libertà di cittadini e imprese ma che vengono adottati scavalcando il Parlamento.

L'Esecutivo ha avuto poteri straordinari mai visti nella storia d'Italia, 100 miliardi di ulteriore deficit da spendere in pochi mesi e un ombrello protettivo europeo senza precedenti, ma ha fatto poco o nulla per preparare l'Italia ad affrontare la seconda ondata. La responsabilità di tutto quello che sta accadendo è unicamente del Governo, che continua a navigare a vista e a sfornare Dpcm ogni quattro giorni, ignorando tutte le proposte puntuali che Fratelli d'Italia ha formalizzato da marzo ad oggi per affrontare la crisi economica e contenere l'epidemia. Una su tutte, basata sui dati forniti dall'Istituto superiore di sanità: mettere in sicurezza gli anziani e le persone più fragili attraverso l'assistenza domiciliare medica.

 


Ma il Governo continua a fare tutto da solo e con il suo ultimo Dpcm condanna a morte intere settori produttivi e filiere e mette a rischio milioni di posti di lavoro: ristorazione, sport, mondo dello spettacolo e turismo sono in ginocchio. Categorie e lavoratori delusi, disperati e arrabbiati che chiedono solo di lavorare e ai quali Fratelli d'Italia sta dando voce con un presidio permanente a pochi passi dal Parlamento. Ieri siamo scesi in piazza anche davanti al Mibact per chiedere lo stato di crisi per il turismo: un settore che non è stato ufficialmente chiuso dall'ultimo Dpcm ma che dall'ultimo Dpcm ha ricevuto la batosta finale. Un comparto strategico per la nostra economia, che vale il 13% del PIL e dà da mangiare a milioni di persone ma che è stato dimenticato dal Governo e da Franceschini, il peggiore ministro del turismo che l'Italia abbia mai avuto.

Conte e i suoi ministri hanno il dovere di ascoltare la disperazione di queste categorie e di persone che non sono mai scese in piazza in vita loro e che lo fanno adesso perché hanno paura per il loro futuro. Persone che chiedono provvedimenti seri e immediati, non l'ennesimo bonus del decreto ristoro.


Fratelli d'Italia chiede di cambiare paradigma: se lo Stato riduce o azzera per decreto le entrate di una attività, non può limitarsi ad un contributo una tantum ma ha il dovere di intervenire sui costi fissi dell'impresa. Questa è la vera sfida per aiutare a sopravvivere le attività che hanno dipendenti, pagano affitti, leasing, utenze, tasse. È su questo che vogliamo confrontarci con il Governo perché è quello che gli italiani chiedono alle Istituzioni in questo momento drammatico: giustizia e buon senso.
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