Giammarco Oberto
Quando una città viene messa a ferro e fuoco da chi ci

Giammarco Oberto Quando una città viene messa a ferro e fuoco da chi ci
1 Minuto di Lettura
Lunedì 21 Ottobre 2019, 05:01
Giammarco Oberto
Quando una città viene messa a ferro e fuoco da chi ci abita, spesso il detonatore sono inezie. Sembra che tutto scorra come sempre. Ma poi qualcosa fa saltare gli schemi. E in un amen il velo si squarcia e lascia vedere lo sfondo. Da Hong Kong a Santiago del Cile, da Barcellona a Beirut: moti di piazza diversi ma con un dna comune. La rabbia che riempie le strade è la stessa, ed è quella dei giovani. Qualcosa che cova sotto le ceneri, un'insoddisfazione silenziosa e sopita, invisibile alla politica e ai governi finché esplode il primo petardo. E a quel punto è troppo tardi.
Il Cile, ad esempio. Sembrava l'isola felice del Sudamerica. Invece è bastato l'aumento di 30 pesos (circa 30 centesimo di euro) del prezzo dei biglietti dei bus per scatenare l'inferno nel Paese. I ragazzi di Santiago sono coetanei di quelli di Hong Kong, anche se là hanno attrezzature e look che sembrano usciti da Fortnite. L'irredentismo catalano ha sempre covato sotto la cenere, ed ora la condanna dei leader separatisti accende di nuovo la miccia. Meno scontato il risveglio dei giovani libanesi: è bastato tassare whatsApp per far esplodere una protesta che decenni di corruzione e di carovita non avevano portato oltre la silenziosa rassegnazione.
riproduzione riservata ®
© RIPRODUZIONE RISERVATA