Ecco la lotteria dei visti: per entrare a Londra servono 70 punti

Ecco la lotteria dei visti: per entrare a Londra servono 70 punti
2 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Febbraio 2020, 05:01
Tom Abram
Partiranno ufficialmente solo a inizio marzo i negoziati che delineeranno i futuri rapporti tra Regno Unito e Unione europea, ma già scontri e polemiche stanno agitando le due sponde della Manica, coinvolgendo anche settori della società molto differenti tra loro.
Hanno fatto discutere infatti le nuove linee sull'immigrazione presentate ieri dal governo di Boris Johnson, che introdurrebbero anche per gli europei un sistema a punti ispirato a quello già esistente in Australia, che selezionerà i candidati più qualificati.
Un cittadino comunitario (quindi anche italiano) che volesse trasferirsi e lavorare nel Regno Unito, a partire dal 2021 per essere ammesso dovrà quindi totalizzare 70 punti. Per ottenerli sarà necessario dimostrare di avere una conoscenza accettabile della lingua inglese, avere delle qualifiche professionali e presentarsi già con un'offerta di lavoro con un salario minimo di 25.600 sterline. Saranno presenti alcune deroghe per quanto riguarda settori nei quali c'è particolare necessità di forza lavoro, come ad esempio gli infermieri o ingegneri civili, per i quali il salario minimo si abbassa a 20.480 sterline. Per chi ha un passaporto europeo sarà comunque possibile visitare il paese per 6 mesi, ma senza svolgere alcuna occupazione, mentre si prevedono accordi ad hoc per la mobilità giovanile.
Il progetto non è piaciuto agli industriali, che vedono possibili conseguenze disastrose, con perdite di posti di lavoro e chiusure di attività economiche a causa di assenza di mano d'opera. L'esecutivo si è difeso, affermando di puntare ad un'economia «altamente qualificata, formata e produttiva» e ha invitato gli imprenditori a «adeguarsi e adattarsi alla fine della libertà di movimento».
Ad aggiungere tensioni, sempre nella giornata di ieri, è stata la circolazione di un documento trapelato da Bruxelles che affermava l'intenzione di includere nelle trattative anche la restituzione di oggetti culturali rimossi illegalmente nei loro Paesi di origine. Diversi giornali britannici hanno visto in questo punto un nuovo tentativo della Grecia di ottenere indietro i frontoni del Partenone, esposti al British Museum da circa due secoli. Il museo si è affrettato a ribadire la sua posizione, ritenendo la proprietà sulle sculture totalmente legittima, in quanto acquistate (e non trafugate) all'Impero Ottomano da Lord Elgin a inizio Ottocento. Fonti diplomatiche europee hanno precisato poi che la clausola sarebbe volta a combattere il commercio illegale di opere d'arte e non riguarderà i marmi del V secolo a.C.
Il governo di Atene invece ha sottolineato che, seppur la richiesta di restituzione da parte loro sia ancora forte, per il momento non è legata alle trattative sulla Brexit, senza escludere però che possa rientrarvi in futuro.
riproduzione riservata ®
© RIPRODUZIONE RISERVATA