Accusato delle botte a Leo tenta di impiccarsi in cella

Accusato delle botte a Leo tenta di impiccarsi in cella
1 Minuto di Lettura
Giovedì 30 Maggio 2019, 05:01
Ha tentato di impiccarsi alle sbarre della sua cella nel carcere di Novara Nicholas Musi, il 23enne accusato di aver pestato a morte il piccolo Leonardo Russo, 20 mesi, il figlio che la sua compagna Gaia Russo, 22 anni, ai domiciliari con la stessa accusa in una struttura protetta perché incinta, aveva avuto da una precedente relazione. Il tentativo di Musi di suicidarsi è fallito solo grazie all'intervento degli agenti della polizia penitenziaria.
«Ho la coscienza pulita» aveva detto il giovane agli inquirenti. Eppure la notte prima dei funerali del bimbo, a cui martedì hanno assistito centinaia di persone nel Duomo di Novara, ha tentato di farla finita facendo un cappio con una striscia di lenzuolo e appendendosi alle sbarre della sua cella.
Musi, con problemi di droga e numerosi precedenti sulle spalle, è in cella da venerdì scorso, quando gli agenti della squadra mobile di Novara lo hanno arrestato insieme alla compagna. Solo 24 ore prima era stata lei a telefonare al 118: «Mio figlio è caduto dal letto, si sente male». Leo era arrivato in ospedale già cadavere. E l'autopsia ha rivelato una serie di traumi e un'emorragia al fegato causata da un violento colpo all'addome, probabilmente un calcio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA