Vivere con 508 euro al mese dopo una vita di lavoro

Vivere con 508 euro al mese dopo una vita di lavoro
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Domenica 3 Dicembre 2017, 05:06
IL RACCONTO
ROVIGO «Ho lavorato come manovale per venti anni. Poi ho fatto il bracciante agricolo stagionale. Ho sempre versato i contributi e pagato le tasse. Non ho mai ricevuto una cartella di Equitalia. Ora, a 75 anni, percepisco una pensione di soli 508 euro al mese».
A parlare è Franco, uno dei tanti pensionati residenti in provincia che riceve una pensione appena al di sopra del minimo previsto. Preferisce restare in parte anonimo: «Non per me e mia moglie, lo faccio per i nipoti. A 12 anni ci si può anche vergognare di un nonno povero».
SOPRAVVIVERE
Franco sorride con amarezza e con gli occhi lucidi racconta come si sopravvive con 500 euro al mese. «La casa, fortunatamente, me l'hanno lasciata i miei genitori - spiega il 75enne - mia moglie non percepisce la pensione, ha accudito i nostri tre figli mentre lavoravo. Negli anni 70 non c'erano gli asili nido e molte donne, dopo la nascita dei figli, erano costrette a lasciare il lavoro per accudirli».
Ora i due anziani vivono con una sola pensione di 508 euro. «Al posto di cenare, per esempio, beviamo solo il latte per risparmiare - racconta l'anziano - i mesi freddi, per chi vive ai margini della povertà, sono quelli più duri sul fronte delle spese. Durante l'inverno ci salva la stufa. Raccolgo la legna lungo l'argine. Ho dovuto rinunciare anche all'auto. L'assicurazione e il bollo erano spese inaccessibili per noi».
TRISTEZZA
Per la coppia di nonni che vivono con l'esigua pensione, il Natale non è un momento di serenità e di festa. «Non soffriamo se durante l'inverno ci sono giorni in cui non abbiamo abbastanza soldi per comprarci il pane fresco, o se dobbiamo indossare tre maglioni per proteggerci dal freddo. La cosa che più ci fa soffrire è non potere fare un regalo di Natale ai nostri nipoti o offrire loro anche solo il pranzo. L'anno scorso, nel periodo natalizio, abbiamo finto di avere l''influenza. I nostri figli ci hanno invitati a pranzo, ma non siamo andati perché ci sentivamo a disagio senza la possibilità di portare un piccolo dono ai bambini».
E conclude: «I nostri figli hanno lavori dipendenti, percepiscono poco più di mille euro al mese. Anche loro fanno fatica ad andare avanti. Uno di loro, l'anno scorso, ha perso anche il lavoro ed è in cassa integrazione. Ha 51 anni, faceva l'operaio in una piccola azienda di Rovigo. Se non riuscirà a ricollocarsi, lui la pensione, per come stanno andando le cose in Italia, non la percepirà mai».
QUATTORDICESIMA
Pochi giorni fa, però, Franco ha ricevuto una buona notizia dallo Spi, il sindacato della Cgil rivolto ai pensionati che a Rovigo si trova in via Sacro Cuore. Gli è stato infatti comunicato che avrà diritto alla quattordicesima, in quanto pensionato che percepisce un assegno mensile al di sotto dei mille euro. Un diritto che molti pensionati polesani non sanno di avere, spiegano gli addetti allo sportello Spi. L'Inps. infatti. non eroga la quattordicesima in automatico, chi ne ha diritto deve farsi avanti. Solo nel 2017, gli sportelli Spi della Cgil hanno recuperato circa 100mila euro di insoluti, ossia diritti, come incrementi dell'assegno previdenziali, che i pensionati non sapevano di avere. Circa 2 milioni quelli recuperati, solo quest'anno, dai pensionati veneti.
R.Mer.
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