«Nessuna falsità sull'aborto, il problema esiste».
La Cgil veneta

«Nessuna falsità sull'aborto, il problema esiste». La Cgil veneta
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Giovedì 27 Aprile 2017, 05:04
«Nessuna falsità sull'aborto, il problema esiste».
La Cgil veneta torna alla carica sulla questione dell'applicazione della 194, cercando però questa volta di slegarla dalla vicenda di Giulia, la donna padovana di cui il sindacato si era fatto portavoce denunciando un'odissea tra telefonate e ospedali, poi smentita dalla Magistratura e dall'assessore regionale alla sanità Luca Coletto. «Non siamo stati noi a chiedere l'intervento della magistratura. La nostra non era una denuncia a carattere giuridico ma politico: abbiamo raccontato la vicenda per sollevare un problema che esiste e chiedere alla Regione di intervenire», commentano le segretarie regionale Elena Di Gregorio e provinciale di Padova Alessandra Stivali, che presentano gli ultimi dati Istat (relativi al 2015) sui tempi di attesa fra il rilascio della certificazione e l'intervento. «La media italiana è 8,3% e il Veneto è fanalino di coda con il 23,8% di casi di attesa superiori alle tre settimane. Peggio di noi solo Calabria e Umbria. L'allarme, secondo il ministero, scatta proprio quando si va oltre questo tempo di attesa».
Sulla vicenda di Giulia, l'accusa della Cgil è di scarsa sensibilità da parte della Regione: «L'archiviazione non determina falsità commenta Stivali -, e a noi non risulta che alla prima telefonata Giulia avesse ricevuto un appuntamento nei tempi previsti per procedere all'Ivg. Si è andati a colpire una donna molto coraggiosa che non aveva voluto mettere la sua storia in mano alla magistratura, dimenticando che quattro settimane di attesa sono comunque tante, in una fase psicofisica delicata». «Se la certificazione arriva all'ottava settimana aggiunge Ivana Fogo, del coordinamento donne Cgil di Padova -, aggiungendone quattro si va comunque a dodici. Non siamo a ridosso della scadenza?» Ritornando sui dati dell'obiezione di coscienza, con il 100% di obiettori ad Adria, Est Veronese e oltre il 90% a Mestre, Mirano e Borgo Trento, la Cgil chiede a Zaia di intervenire. «Assumendo, come ha fatto la Regione Lazio, personale non obiettore conclude Di Gregorio - e convocando un tavolo per sviluppare una rete che parta dai consultori e dalla prevenzione, anche destinata alle donne straniere. Non è vero che abbiamo accusato i lavoratori, capiamo le loro difficoltà ed è proprio per questo che chiediamo l'intervento della politica. Difficoltà su cui il Coletto che noi abbiamo incontrato era totalmente d'accordo, riconoscendo il problema. Una persona diversa dall'assessore che ha parlato con la stampa nei giorni scorsi. Gli chiederemo un chiarimento, sperando di trovarci di fronte colui con cui si stava iniziando a lavorare».
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