I renziani verso lo strappo: un candidato autonomo per le regionali pugliesi

Matteo Renzi con Teresa Bellanova ed Ettore Rosato
Matteo Renzi con Teresa Bellanova ed Ettore Rosato
di Francesco G. GIOFFREDI
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Sabato 2 Novembre 2019, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 12:42

«Valutazioni in corso», sostengono i più prudenti. «È solo questione di giorni», rincara la dose chi vuol spingersi oltre. Di certo l'argine è crollato: i renziani non sosterranno nessuno dei tre candidati alle primarie regionali di centrosinistra (in programma il 12 gennaio) e sono addirittura pronti allo strappo fragoroso. Tradotto: potrebbero presentare un nome autonomo alle elezioni del 2020. Condizionale per ora di prassi, ma le strategie sono ad uno stato molto più che embrionale. Qualche ulteriore segnale potrebbe arrivare già dopo il 15 novembre: a Torino nuovo round per Italia viva, che dalla città della Mole lancerà l'organizzazione della neonata creatura politica. Verranno annunciati gli organigrammi nazionali, regionali e provinciali, passo cruciale per radicarsi sui territori e per lanciare il seme di liste e candidature.

Le strategie. In Puglia i renziani giocano a carte coperte, per ora. Ettore Rosato, coordinatore nazionale (insieme con la ministra salentina Teresa Bellanova) di Italia viva, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno ha ribadito che «siamo incompatibili sui programmi con Emiliano». Un affondo per nulla sorprendente, visto che negli ultimi anni tra renziani e governatore è stata una guerra senza esclusione di colpi, tra fendenti dialettici, distinguo radicali e ricorsi incrociati su dossier chiave per la Puglia e per il Paese. «Alla tornata di maggio ci saremo in alcune regioni, in altre valuteremo con il gruppo dirigente». Difficilmente però in Puglia Italia viva resterà inattiva a bordo campo a scrutare i contendenti. Di partecipare alle primarie però non se ne parla nemmeno: i renziani le bollano, senza troppe remore, come uno strumento confezionato esclusivamente per legittimare Emiliano. Insomma: gli sfidanti ufficiali del governatore - a cominciare dai dem Fabiano Amati ed Elena Gentile - dovranno farsene una ragione. Soprattutto il consigliere regionale - da tempo un incalzante critico dell'amministrazione regionale - sperava in un endorsement ufficiale dei renziani.

I nomi. Chi potrebbe essere il candidato di Italia viva alle regionali pugliesi? Due opzioni sul piatto. La prima: frammentare il fronte Pd e giocare di sponda con Dario Stefàno, vicepresidente dei senatori dem e anch'egli della scuola scissionista (intervistato da Quotidiano, ha accennato all'ipotesi di una candidatura extra primarie). La seconda strada: sparigliare le carte e pescare dal mazzo un candidato della società civile. In entrambi i casi, la neo-coalizione renziana verrebbe aperta a tutti i frammenti di centrosinistra dalla chiara connotazione anti-Emiliano: pezzi di Pd, frange di sinistra, movimenti, associazioni. L'obiettivo si intravede in controluce: aprire la breccia per far franare qualche altro lembo di centrosinistra al momento acquartierato nel recinto ufficiale. Il rischio non sfugge anche a qualche renziano: «È un rischio. Così vincerà il centrodestra. E preferirò sempre il peggior governo di centrosinistra al migliore di centrodestra...».
Amati e Gentile hanno già affrontato il primo step verso le primarie: raccolto il 35% di firme di membri dell'Assemblea dem. Adesso dovranno rastrellare 5mila sottoscrizioni per presentare ufficialmente la candidatura alla coalizione. Un mosaico da completare entro domenica, quando si terrà a Bari la kermesse programmatica organizzata dal tavolo di centrosinistra. In standby Sinistra italiana: i vendoliani hanno tastato il terreno per presentare una propria candidatura alle primarie, ma senza grande costrutto. A questo punto potrebbero convergere su Gentile, sempre che non si profili un inedito asse con i renziani in funzione anti-Emiliano.

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