Latina, il paradosso dei meno anziani già vaccinati mentre i fragili restano. I ritardi e le falle del piano

Latina, il paradosso dei meno anziani già vaccinati mentre i fragili restano. I ritardi e le falle del piano
di Rita Cammarone
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Martedì 23 Marzo 2021, 05:02 - Ultimo aggiornamento: 14:06

«Vaccini anti-Covid, troppe linee aperte per categorie di età a discapito dei più fragili». E' questa la principale critica mossa da più parti al piano regionale del Lazio che a cascata si riflette nelle province e quindi anche sul territorio pontino. Volendo semplificare il discorso si osserva che molti anziani over 80, tra i primi a prenotarsi, sono ancora in attesa della prima dose (in provincia di Latina oltre la metà, circa 26mila su 45mila) mentre cittadini più giovani, in assenza di particolari patologie, sono stati già vaccinati. I medici di famiglia dal primo marzo avrebbero dovuto attivare un percorso che li avrebbe portati alle vaccinazioni Pfizer dei pazienti estremamente vulnerabili e invece in venti giorni hanno ricevuto, non tutti per altro, appena 11 dosi di Astrazeneca non somministrabili in presenza di determinate patologie.


A DOMICILIO
«Ma la situazione più sconcertante ha segnalato il dottor Salvatore Schintu, medico di medicina generale del distretto Lt2 riguarda i soggetti estremamente vulnerabili, impossibilitati a recarsi presso i centri vaccinali. La Regione ha attivato per questa particolare categoria il numero verde 800118800. Tramite questo servizio è possibile trasferire la richiesta di vaccinazione a domicilio all'Asl competente. Funziona? La Asl di Latina nei giorni scorsi ha contattato i pazienti e nel comunicare loro che avrebbero dovuto ancora attendere hanno chiesto se il loro medico di famiglia fosse stato disponibile a raggiungerli a domicilio per la vaccinazione. Così è passato il messaggio che se non sono ancora vaccinati è perché il medico di famiglia non si recato da loro, mentre la Asl sa benissimo che non c'è stato mai consegnato l'idoneo vaccino». E in effetti la vaccinazione domiciliare, finora, non è stata prioritaria. Il problema è sempre lo stesso: il numero delle dosi disponibili del farmaco. «Su 1.500 anziani pontini over 80 che necessitano di vaccinazione a domicilio, la Asl ha finora effettuato 170 inoculazioni.

Un numero compatibile con la fornitura del farmaco Pfizer. Intanto, il format dell'intervista che l'operatore rivolge all'utente vulnerabile che richiede questo servizio è stato modificato, proprio per non ingenerare equivoci». L'Associazione provinciale Invalidi Civili e cittadini anziani (Apici) di Latina si è messa a disposizione di tutti gli invalidi 100% (codice di esenzione C02) nel caso avessero bisogno di raggiungere il centro vaccinale. Normalmente ci occupiamo del trasporto dei nostri tesserati richiedendo un contributo per il trasporto stesso, ma vista la situazione emergenziale per i vaccini siamo in grado di tesserare i non iscritti gratuitamente e di esonerare tutti dal contributo, ha affermato ieri mattina la responsabile Marina D'Auria. I nostri numeri sono 0773/ 602324; 3738077702, ha aggiunto.


Sono circa duemila i pontini con codice C05, non vedenti o ipovedenti. Angelo Ciccone, presidente dell'Unione italiana ciechi e degli ipovedenti sezione di Latina -, con 300 iscritti, ha segnalato due ordini di problemi: «Inizialmente la disponibilità dei centri vaccinali ha spiegato - è stata solo a livello romano, per cui alcuni dei nostri iscritti si sono vaccinati in trasferta. La seconda difficoltà ha riguardato la questione accompagnatori. In un primo momento il caregiver poteva essere vaccinato con l'utente C05, ma da venerdì scorso per l'accompagnatore si deve seguire un altro percorso. Bisogna essere fortunati per far coincidere le due vaccinazioni. Speriamo che presto tutte le disfunzioni, già segnalate in Regione, possano essere risolte».

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