Roma, lo sfregio dei giardinieri: «I parchi noi non li puliamo»

Roma, sfregio dei giardinieri: «I parchi noi non li puliamo»
Roma, sfregio dei giardinieri: «I parchi noi non li puliamo»
di Lorenzo De Cicco
4 Minuti di Lettura
Lunedì 10 Febbraio 2020, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 13:15

Al grido di «non facciamo i netturbini», i giardinieri della Capitale non vogliono più occuparsi di portar via l’immondizia che tracima dai cestini delle ville storiche e che sporca i grandi parchi. Pile di bottiglie abbandonate, resti di giacigli di fortuna, cartacce e spazzatura varia. Il Campidoglio è pronto a dare ragione agli addetti del Verde, tanto che sono già partite sottotraccia le trattative con l’Ama, la municipalizzata dei rifiuti, per trasferire la mansione agli spazzini dell’azienda.

Con una postilla: il servizio “extra” sarà pagato con altri soldi pubblici. Non con i fondi della Tari, che per i romani è già tra le più alte d’Italia (378 euro a famiglia, contro la media nazionale di 300 euro), ma con un nuovo appalto affidato alla società comunale. Quanto costerà? L’importo deve ancora essere quantificato, ma dai dati di un vecchio progetto presentato dalla partecipata, ora rispolverato, si parla di circa 2 milioni di euro per gestire una quarantina di aree verdi dell’Urbe.

Roma, lo sfregio di Trevi: segnaletica truccata per dirottare i turisti

ALLA GRIGLIA
In ogni caso, il conto sarà più salato per le casse del Campidoglio. «Ma tanto già oggi - spiegano dalla Direzione Rifiuti del Comune, che sta seguendo la pratica - spesso siamo costretti a mandare sul posto l’Ama, perché i giardinieri di frequente non se ne occupano. Almeno in questo modo riusciremo a strutturare meglio i turni e a migliorare il servizio». Servizio scadente, oggi, come raccontano le immagini dei parchi principali: da Villa Borghese a Villa Torlonia, da Villa Pamphilj a Villa Gordiani. Quasi tutti i giardini storici di Roma mostrano il segno di un degrado montante, tra bidoncini che traboccano di pattume, con i sacchetti abbandonati nei dintorni, cartoni lasciati nelle aiuole da chissà quanto, lattine e cocci di vetro. Proprio la Direzione Rifiuti di Roma, guidata da Laura D’Aprile, manager del Ministero dell’Ambiente ora in “prestito” al Campidoglio, ha avviato dall’anno scorso una serie di controlli su parchi e giardinieri.

Per verificare se si occupassero del decoro con la giusta cura. Risultato dei sopralluoghi: tra sporcizia e spazzatura non raccolta, alcuni addetti sono strati trovati affaccendati in ben altri affari: qualcuno addirittura faceva il barbecue. Non è un caso, forse, che certi atteggiamenti che la Direzione Rifiuti del Comune aveva intuito, sono poi venuti fuori, più marcatamente e con risvolti penali: un’inchiesta giudiziaria, nel giugno scorso, ha scoperchiato una rete di addetti infedeli. Trenta indagati, 9 dipendenti comunali denunciati per truffa (e poi sospesi), tutti con l’accusa di lavorare nei giardini privati durante il turno, per “arrotondare”. Gente che peraltro sfruttava i furgoni del Servizio Giardini come “taxi” per i parenti o per andare a fare shopping.

Non tutti i giardinieri, in attesa che il Comune li dispensi dall’incarico, hanno naturalmente smesso di occuparsi della maleodorante monnezza. C’è chi continua a fare il proprio dovere, anche perché è previsto dal contratto. Ma qualcuno, a quanto pare, già protesta e rumoreggia. «Ci sono colleghi - racconta un giardiniere - che non ne possono più di passare l’orario di lavoro al parco di Colle Oppio, dietro al Colosseo, a raccogliere le bottiglie di birra lasciate da turisti e sbandati». «Dovremmo occuparci di altro, siamo giardinieri», dice un altro operatore del verde. Peraltro tra i dipendenti che svuotano i cestini ci sono anche i giardinieri «inabili» arruolati dal Campidoglio nel 2019. Che farebbero, col passaggio del servizio all’Ama, dato che sulla gru a tagliare rami non possono salire?

LE CORPORAZIONI
Tra i sindacati c’è chi spalleggia il cambio di mansioni. «I giardinieri non sono netturbini - dice Giancarlo Cosentino, leader della Cisl Funzione Pubblica di Roma - Se si tratta di una cartaccia o di qualche scarto residuale sul verde, può essere competenza dei giardinieri. Ma se parliamo di sacconi d’immondizia, di cumuli come a Colle Oppio, è giusto che se ne occupino gli addetti dell’Ama». Anche se al Comune - e quindi ai contribuenti romani - costerà di più.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA