Fuga dal quartiere dormitorio
trasformato nel set di Suburra

Fuga dal quartiere dormitorio trasformato nel set di Suburra
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 9 Novembre 2017, 00:51 - Ultimo aggiornamento: 16:33

La sintesi di Ostia: presidente del Pd arrestato due anni fa e municipio sciolto per infiltrazioni mafiose; partecipazione al voto, quando ti aspetti il desiderio di rinascita, del 36 per cento, in altri termini due su tre non vanno a votare neppure dopo ventiquattro mesi di commissariamento; Nuova Ostia e piazza Gasparri sono territorio franco senza tentennamenti, confezionano materiale per la serie Suburra in onda su Netflix: trent’anni fa le mamme dicevano alle figlie, magari con un eccesso di zelo, di non andare da quelle parti, di non superare un certo confine, oggi se va un giornalista a fare domande all’esponente di una famiglia discussa viene preso a testate; se poi Roberto Spada rivendica la testata su Facebook, in molti commentano non per condannare, ma per applaudire.

Intanto, la spiaggia continua a essere nascosta, con il muro che proibisce l’accesso se non paghi e succede solo da queste parti; se un turista, per caso, prende il trenino della Roma-Lido (la linea ferroviaria peggiore d’Italia, tanto per gradire), per vedere il “mare di Roma”, trova auto parcheggiate e un muretto: le onde - sempre se non paga - le immagina.

COMMISSARIO
Dice amaro Domenico Vulpiani, che da commissario prefettizio ha governato per due anni il X Municipio: «Il commissariamento di Ostia sarebbe dovuto durare altri 10 anni. Sanno che ce ne stiamo andando e hanno deciso di inviare un messaggio per riprendersi il territorio, per dire che stanno ritornando». Ecco, la testata al giornalista, secondo Vulpiani, significa anche questo. «La politica non esiste più - raccontano i capannelli a piazza Anco Marzio -, gli unici a farla sono quelli di Casapound che regalano i pacchi di pasta alle famiglie bisognose ma poi si fanno fotografare con l’esponente del clan Spada. Il 19 novembre a votare andranno ancora meno persone, sarà tanto se si arriverà al 30 per cento. Eppure, Ostia e il X Municipio non sono solo questo».

Va detto che il vicepresidente nazionale di Casapound, Simone Di Stefano, si è dissociato dall’aggressione al giornalista, «violenza deprecabile», assicurando che non vi è alcun legame con gli Spada. Il problema è che nel X Municipio la politica prima ha portato il territorio dove il mare è in tempesta, poi ha abbandonato la nave. A bordo può salire chiunque. «A votare al primo turno non sono andata - racconta Giorgia, diciotto anni - e non so se andrò per il ballottaggio».

Vicino a lei l’analisi la fa l’amico diciassettenne: «Qui non c’è interesse dei giovani per la politica. Attira solo Casapound, ma è quasi una moda». Al X ormai si stanno bruciando, una dopo l’altra, le proposte post-partiti. Ostia, come tutte le periferie, un tempo era terreno fertile per il Pci, poi negli anni Novanta venne Teodoro Buontempo e seppe costruirsi un vasto consenso. Sono seguiti presidenti di Municipio, a destra e a sinistra, che hanno assecondato l’economia degli stabilimenti spesso fuori dalle regole. Il Pd ormai sta sotto al 14 per cento.

La reazione è stata il voto al 44 per cento a quelli del Movimento 5 Stelle un anno fa, ma anche loro sembrano avere già bruciato una parte della fiducia: in 12 mesi hanno perso 20mila voti. Ostia che un tempo non era solo quella dei quartieri a rischio, del disagio e di Amore tossico, ma anche lo spicchio di Roma vicino al mare dove fare crescere meglio i figli, sta vedendo i trentenni e i quarantenni migliori andarsene da un’altra parte. Resta un quartiere (quasi) dormitorio.

«Se non c’è una reazione, un sussulto, delle forze più sane non ne usciamo», ripete Alessandro Onorato, consigliere comunale, un tempo re delle preferenze a Ostia. Ma il X Municipio probabilmente si troverà con un presidente votato da un cittadino su 10.
 

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