Immigrati, a Napoli 25 strutture:
la notte è l'unico vincolo

Immigrati, a Napoli 25 strutture: la notte è l'unico vincolo
di Giuseppe Crimaldi
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Venerdì 24 Agosto 2018, 22:47
Sono poco meno di una sessantina, tutti molto giovani e tutti provenienti dall’Africa subsahariana. Da quando sono stati smistati a Napoli, dopo aver viaggiato dalle coste libiche a quelle italiane, vivono la condizione dell’attesa. Ospiti dei Centri di assistenza speciale ormai da quasi un anno, non riescono a vedere la linea dell’orizzonte che coincide con quella della speranza. Pur avendo regolarmente presentato richiesta di permesso di soggiorno (e qualcuno anche quella per ottenere lo status di rifugiato politico) fino ad oggi non hanno avuto risposta dall’Ufficio stranieri. Ora, però, per oltre 140 di essi la speranza di poter conquistare quel documento che li metterebbe al riparo dal rimpatrio si affievolisce.  
La sera del 13 agosto un blitz della polizia in alcune strutture che danno ospitalità a questi migranti è stata controllata a fondo: e si è così scoperto che almeno in oltre 140 di loro (con un caso limite - in un centro di addirittura 50: 45 uomini e cinque donne) non avevano fatto rientro nelle strutture di accoglienza. Risultato: la Prefettura di Napoli ha deciso di avviare le procedure di revoca dell’accoglienza.
Quanto accaduto riaccende i riflettori sull’immensa mappa che di mese in mese, di anno in anno, ha visto crescere come funghi i centri di accoglienza per stranieri. Un fenomeno dietro al quale, sostengono ora in molti, continua a muoversi un vorticoso giro di denari. La mancanza di strutture pubbliche e il sistema di accoglienza si appoggia soprattutto ai privati: e i Cas, in Italia, ospitano il 91 per cento dei richedenti protezione.
LA MAPPA
Se proviamo a interpretare le carte, dal lunghissimo elenco che ufficializza i Centri arriva la conferma che - tra Napoli città e i Comuni della provincia - la sistemazione degli extracomunitari tocca a macchia di leopardo l’intero territorio. E questo provoca, inevitabilmente, delle concentrazioni numeriche pericolose, che poi - inevitabilmente - provocano squilibri anche tra le popolazioni residenti. Vedi, appunto, il caso tutto napoletano del quartiere Vasto, dove la presenza degli «africans» continua a creare tensioni anche drammatiche ogni giorno.
POLVERIERA FERROVIA 
Inutile aggiungere che - in termini numerici e logistici - è Napoli che vede il massimo concentramento di migranti con ben 25 strutture messe a disposizione (fino a qualche giorno fa erano 26, ma un centro è stato chiuso proprio qualche giorno fa). E non è tutto: perché a pagare il costo più alto in assoluto per garantire un’accoglienza dignitosa agli extracomunitari è, neanche a dirlo, proprio l’area circostante piazza Garibaldi. E i numeri parlano da soli: snella sola area della Ferrovia operano ben 11 centri di accoglienza, per un totale di circa poco meno di 1500 stranieri.
Nella sola struttura gestita dall’associazione «San Martino» il censimento della Prefettura aggiornato al maggio scorso ne contava 255; poche centinaia di metri più a est c’è il «Virtus Italia» (94 ospiti), mentre nell’hotel San Giorgio, alla Duchesca, i residenti salgono a 91. Tutti africani, di varie nazionalità (prevalgono i nigeriani, i ghanesi e gli ivoriani su tutti, anche se ci sono anche richiedenti asilo provenienti da Gabon, Mali, Burkina Faso. Poco meno di una decina le «CAS» sparse nel cuore del centro storico: da via Tribubali ai Quartieri, ma anche alla Sanità e a Materdei. Saturi anche gli impianti ricettivi della zona orientale: tra San Giovanni a Teduccio, Poggioreale e Ponticelli quattro strutture si prendono cura di oltre un centinaio di migranti: quella più affollata resta la «Fisiomedical»del corso San Giovanni, con una settantina di nigeriani e alcuni cittadini di Gabon e Guinea. 
C’è poi un centro di accoglienza anche a Mergellina, presso l’Ostello di via Salita della Grotta (con ben 164 extracomunitari); un altro - quello del «Sacro Cuore - a Marechiaro (29 ospiti), e un terzo al Vomero, dove «Il Pioppo-Casa Sofia» offre assistenza a 11 giovani poco più che maggiorenni.
IN PROVINCIA
È il Comune di Giugliano, subito dopo Napoli, a farsi carico del numero più grosso di migranti. Quindici i centri di accoglienza attivi e dislocati tra Lago Patria, Licola e, appunto, Giugliano. Anche in questo caso si sono fatti avanti molti alberghi: all’hotel Astro di via del Mare risiedono in 50, a le Chateau Hotel di Varcaturo vi è un’intera comunità di nigeriani, 106, mentre presso l’Homo Diogene di via Ponte Riccio si è arrivati alla cifra record di 109. Minori, ma pur sempre consistenti, le comunità di migranti ospitati anche a Ercolano, Boscoreale, Acerra, Afragola, Casoria, Pozzuoli, San gennaro Vesuviano (che nell’unico centro conta 109 ospiti) e Terzigno, che in proporzione e considerata anche l’estensione territoriale ha tra le «provinciali» il vero record dell’accoglienza: 245 extracomunitari nell’unica struttura autorizzata.
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