Mobilità, digitale: con l'app di serie ora si arriva dritti alla meta

Mobilità, digitale: con l'app di serie ora si arriva dritti alla meta
di Nicola Desiderio
5 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Ottobre 2020, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 11:28

Dove c’erano strade e automobili, ora ci sono numeri. Dove c’erano chiavi, ora ci sono le app sullo smartphone. La digitalizzazione è sicuramente l’innovazione più importante della mobilità, permettendo a chiunque di avere nel palmo di una mano una bussola potentissima. Una rivoluzione soprattutto culturale e nei comportamenti che ha portato a pensare il muoversi non come uno strumento fisico, ma come un servizio o una serie di servizi disponibili in ogni momento. Semplicemente, sfiorando un’icona sullo schermo del proprio dispositivo mobile. In Italia tutto è cominciato nel 2013 dal car sharing a flusso libero (senza stazioni di parcheggio).

GLI APRIPISTA

Enjoy e Car2go sfruttavano in realtà due precedenti esperienze. La prima era BlaBlaCar, il carpooling più famoso al mondo nel 2006 e che oggi ha oltre 8 milioni di utenti. Fu un francese dal cognome italiano, Frédéric Mazzella, e studente a Stanford che ebbe l’intuizione di sostituire il pollice alzato sul ciglio di una strada con l’indice che sfiora l’icona di una app per chiedere un passaggio condividendo le spese del viaggio. Il vantaggio era di sapere in anticipo il costo, il luogo, l’orario e persino il numero di telefono e il modello di automobile di chi dava il passaggio, ma anche se poteva essere una compagnia ideale per il nostro viaggio. L’altra esperienza è Uber, società nata a San Francisco nel 2009 e che ha inventato il “ride hailing” trasformando, grazie ad una app, qualsiasi automobilista in un tassista. Anche qui si conosce in anticipo tutto dell’autista e i costi, senza bisogno di transazione fisiche di denaro. Proprio per questo sono stati i taxi a raccogliere per primi la sfida delle app applicando la stessa politica tariffaria: costi trasparenti e forniti in anticipo. Tra le più usate ci sono It Taxi (12mila taxi in 75 città), app ufficiale dell’Unione Radiotaxi italiana, e Apptaxi (20 cooperative e 5mila taxi in 13 città). MyTaxi addirittura copre oltre 150 città in 9 Paesi europei mentre WeTaxi è nata come spinoff del Politecnico di Torino. ShareNow oggi mette insieme il carsharing, il taxi e i parcheggi. Si sono attrezzate di conseguenza anche le società di trasporto pubblico per informare il pubblico su corse, fermate e orari per pianificare i viaggi. Quella dell’ATM di Milano permette di acquistare i biglietti e rinnovare gli abbonamenti. L’app è anche lo strumento indispensabile per il bike sharing, riguardi esso le biciclette o il mezzo più in voga del momento, il monopattino elettrico. L’app se la sono data anche le aziende di trasporto ferroviario come Trenitalia e Italo, per prenotare o saltare la fila e gestire il proprio viaggio. Ce l’hanno ovviamente le compagnie aeree: il check-in on line e il salvataggio della carta d’imbarco senza stamparla sono diventati abitudine.

Con le loro app, le compagnie di noleggio, sia a breve sia a lungo termine hanno facilitato le operazioni di presa e consegna permettendo di controllare i costi in tempo reale, segnalare i guasti e offrire anche auto usate in uscita dalle flotte. C’è anche chi, come Popmove, ha creato grazie alle app un social mobility network per mettere in subaffitto le auto prese a noleggio in modo da abbattere il canone. La logica delle app permette anche la creazione di aggregatori, capaci di mettere insieme più operatori, più forme di mobilità e servizi collegati. Con Uber ci si muove con l’autista, si va in bici o si ordina del cibo a casa; con Urbi ci sono 10 servizi di sharing vario in una sola app; con Moovit si può pianificare il proprio viaggio attraverso qualsiasi mezzo di trasporto, traghetti e funicolari compresi, in oltre 800 città del mondo. Anche MyCicero punta tutto sulla multimodalità includendo anche i parcheggi. A questo proposito, l’app probabilmente più potente è Parkomedia che controlla oltre 50 milioni di posti auto – coperto o all’aperto, gratis o a pagamento – in 75 Paesi nel mondo facendo sapere quale è libero. Non possono infine mancare su nessun telefonino Google Maps e Waze.

L’INNOVAZIONE

Il primo è di ordinanza su tutti i dispositivi Android ed è uno strumento praticamente universale, il secondo punta sulla logica della community per fornire non solo il percorso migliore, ma anche tutte le informazioni in tempo reale, compresa la posizione delle pattuglie e degli autovelox, dove fare benzina nel modo più conveniente, dove c’è parcheggio e dove sono le ZTL. Anche le case automobilistiche hanno messo in campo eserciti di sviluppatori per le loro app, non solo per i telefonini ma anche per i sistemi infotelematici di bordo, per farne aggregatori dei servizi di mobilità. MyAudi, BMW Conncted, Mercedes Connect Me, Free2Move per i marchi del gruppo PSA, We Connect per Volkswagen o MyT per Toyota sono e saranno sempre di più il canale di comunicazione tra cliente, concessionario e marchio. Si possono chiedere informazioni tramite l’assistente vocale anche su offerte e servizi finanziari, prenotare il tagliando o la macchina sostitutiva, a noleggio o in car sharing e persino avere consigli su come guidare al meglio la propria auto ibrida o cercare la colonnina di ricarica per l’elettrica o l’ibrida plug-in pagando una tariffa concordata senza avere sul telefonino le app di più operatori. E l’orizzonte è proprio quello dei sistemi di pagamento, dell’aggregazione e dell’integrazione tra i vari servizi per essere la prima app sul quale il cliente appoggia il proprio indice quando si tratta di muoversi.

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