Torre di Mosto. Accoltella la moglie e si uccide. «Le urla, poi due forti colpi. Rosa era coperta di sangue»

Torre di Mosto. Accoltella la moglie e si uccide
Torre di Mosto. Accoltella la moglie e si uccide
di Fabrizio Cibin e Cristiano Pellizzaro
4 Minuti di Lettura
Martedì 9 Agosto 2022, 09:41

TORRE DI MOSTO (VENEZIA) - «Temevo che volesse tornare con un'arma da fuoco. Lei era ricoperta di ferite, aveva lottato per difendersi». A volte gli angeli custodi hanno un nome e un cognome. Rosa Silletti, il suo, lo può chiamare Diego Crovato. È stato lui, infatti, ad accorrere per primo per soccorrerla e salvarle la vita dopo la brutale aggressione del marito. La donna aveva cercato riparo all'interno della sua Lancia Ypsilon, ma una volta infranto il finestrino del lato guidatore, l'ha raggiunta con svariati fendenti brandendo un coltello da cucina, prima di abbandonarla coperta di sangue per andare a togliersi la vita nel garage condominiale. «Alle 14.15 ho sentito le prime urla e poi due forti colpi racconta Crovato . Ho aperto il balcone di casa e mi sono affacciato per capire cosa stesse accadendo, ma avevo la vista oscurata da un furgone nella direzione delle urla». Il grido d'aiuto l'ha però fatto scattare, e subito si è diretto verso la barberia che dista a meno di 70 metri dalla propria abitazione. «Le grida continuavano continua Crovato e quando ho visto passare la vecchia Fiat 600 di Michele Beato ho capito che doveva essere successo qualcosa di brutto». Secondo l'uomo, infatti, la coppia aveva già avuto problemi in passato. «Ho visto Rosa coperta di sangue all'interno dell'auto, e subito mi sono fatto dare dal barbiere degli asciugamani per tentare di tamponare le ferite».


CROCE ROSSA
Destino ha voluto che a soccorrere tempestivamente la donna ci fosse proprio lui, che per più di vent'anni ha lavorato con la Croce Rossa.

Mentre con una mano tamponava il sangue tenendo chiuse le ferite, con l'altra ha composto il numero del 118 per allertare i soccorsi. «Rosa aveva ferite da taglio alla spalla sinistra, alle mani, alla gamba sinistra. Aveva evidentemente provato a difendersi dall'aggressore. Fortunatamente era cosciente, nonostante i numerosi colpi ricevuti e lo stato di shock. Ogni volta che premevo con l'asciugamano sulle ferite lamentava dolore alle mani, e chiedeva di chiamare i carabinieri della compagnia portogruarese, probabilmente già al corrente della situazione trascorsa tra i due. Al 118 avevo già chiesto di inviare le forze dell'ordine, perché sapendo che il marito era una guardia giurata, e quindi possibilmente armato, temevo potesse ritornare indietro con un'arma da fuoco».


SOCCORSI
In breve tempo si sono precipitati sul posto i soccorsi del Suem e i carabinieri. «Rosa è una bravissima persona parla di lei Crovato che conosceva la coppia . Lavora facendo le pulizie nella casa di una signora qui in via Roma. Da un po' si era trasferita perché non andava d'accordo col marito. Spero si possa riprendere presto e tornare ad abbracciare i due figli».
A pochi passi dal condominio in cui abitava la coppia, prima che Rosa decidesse di trasferirsi probabilmente per paura del marito (sei mesi fa il trasferimento a San Stino di Livenza), come testimoniato dalla denuncia ai carabinieri di Portogruaro, si trova la gelateria del centro, La Delizia, gestita da una coppia di giovani arrivati dall'Albania e che molto bene si sono integrati nel tessuto sociale torresano. «È una coppia che si vedeva in giro, soprattutto lei - riferiscono - anche se era la moglie ad essere più espansiva. Un fatto del genere ci ha lasciato senza parole, mai avremmo pensato si potesse arrivare a tanto». In realtà negli ultimi tempi la signora Rosa non veniva più vista in giro e questo aveva un po' sorpreso anche la coppia. «Un tempo mi ricordo che magari ci si trovava e uno scambio di parole si faceva, è proprio una brava persona. Lui si vedeva poco: usciva per lavoro oppure lo vedevi sul poggiolo di casa a fumarsi una sigaretta». Qualche volta si recava proprio nella loro gelateria, che è anche caffetteria, ma sempre per cose fugaci e mai con tante parole. «Lui non dava particolari confidenze quando veniva a prendersi un caffè; diciamo che era poco espansivo». Cose da non darci troppo peso, pensando si trattasse solo di una questione caratteriale. Poi ieri la notizia terribile. «Un nostro amico ci ha chiesto se sapevamo cosa fosse accaduto a pochi passi da noi. Siamo rimasti di sasso quando abbiamo capito di cosa stava parlando».

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