Luca Zaia: «No al plexiglass nelle scuole». Plauso ai docenti. «Le scelte del 118 per vincere il virus» Video

Luca Zaia
Luca Zaia
di Raffaella Ianuale
7 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Giugno 2020, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 13:30

Luca Zaia in diretta oggi, lunedì 8 giugno 2020, gli ultimi aggiornamenti sul Coronavirus in Veneto e le regole da seguire.

Oggi è stato affrontato il problema del rientro a scuola degli studenti e il presidente Zaia ritiene che non sia attuabile la soluzione dei box in plexiglass. Durante il punto stampa nella sede della Protezione civile di Marghera è intervenuto  il dottor Paolo Rosi, responsabile del 118 di Venezia e del Veneto, che ha spiegato come hanno gestito i pazienti nel momento di massima emergenza da Coronavirus.

Luca Zaia in diretta: cosa ha detto oggi




Il bollettino
Il totale dei tamponi effettuati è di 750.248 e i positivi  dall'inizio dell'epidemia sono 19.187 (+1), mentre gli attualmente positivi sono 1.080, i deceduti 1.955 (+1), i guariti 16.152 e le persone in isolamento 1.020. Ricoverati in area non critica ci sono 319 pazienti, dei quali 82 positivi e 15 in terapia intensiva, di questi 1 solo positivo.

Coronavirus, quei sette giorni che hanno salvato il Veneto dal disastro

Aperture delle scuole
Se le scuole aprono dopo le elezione è imbarazzante, perché ripartono dopo otto mesi di chiusura. I ragazzi vanno messi in sicurezza, ma le linee guida vanno interpretate. Oggi è la giornata di protesta delle scuole, protesta che non approvo, ma bisogna accendere un riflettore sull'istruzione. Se la soluzione è plexiglass e box, dico no. I ragazzi non possono essere messi nelle cabine. Le linee guide che il Comitato tecnico ha individuato penso possano essere interpretate per mettere in sicurezza i ragazzi. Stiamo parlando dell'età evolutiva, non possiamo intristire i ragazzi in questa fase della crescita. I docenti sono stati eroici nel salvare la scuola: gli insegnanti hanno dimostrato che sono riusciti ad erogare le lezioni anche con un sistema bloccato. Da questa situazione ne sono usciti nobilitati. Non avevano strumenti e sono riusciti a mettere in piedi le lezioni a distanza.
La nostra filosofia del rientro in classe è quella di rendere le aule vivibili. Dobbiamo capire con gli esperti come tutelare gli studenti e gli insegnanti, perché gli studenti non possono nemmeno restare con la mascherina che magari ha accumulato alla mattina inquinamento. Se poi riesplode il virus, tutti questi discorsi non valgono e si rimane a casa.

Udienza processo Miteni
Come Regione Veneto siamo parte civile nel processo per inquinamento da Pfas della Miteni e il giudice ha detto che l'operato della Regione è stato corretto. Le due multinazionali da noi chiamate in causa dovranno ora pagare i danni risarcitori al territorio e alla popolazione veneta. Questo è un risultato storico. Il processo è rinviato alla prossima udienza del 12 ottobre 2020.

Crisi maltempo
Ringrazio l'assessore Bottacin per i 167 interventi fatti a Treviso e i 154 a Verona. Ho aperto il fascicolo per l'emergenza del maltempo e lo terrò aperto fino alla fine di questa ondata. Tanta pioggia, allagamenti e grandine. Quando eravamo in lockdown fuori c'era il sole, ora che è finito le persone sono tappate in case per il maltempo... non scordate che è un anno bisestile.

La furia scatenata dal cielo: grandine su campi e vigne, raccolti spazzati via

Discrepanza dati con Protezione civile nazionale
Per noi fa fede il bollettino che diffondiamo e che è lo stesso che diamo alla protezione civile nazionale, anzi è stato costruito sulla base delle richiese della protezione civile nazionale.

Facoltà di medicina
Per il nuovo corso di laurea in Medicina a Treviso, decisione impugnata dal governo,  sono fiducioso in un dialogo costruttivo, ho già parlato con i ministri Speranza, Gualtieri e Boccia. Ora tocca alla politica riparare i danni fatti dalla burocrazia. In ogni caso confermo che il Veneto non si fermerà un attimo, e andremo avanti. La Regione ha dato le risposte che doveva, spero quindi si arrivi ad una soluzione, ma se il governo insisterà sull'impegnativa ricorreremo alla Corte Costituzionale.

Dottor Paolo Rosi, responsabile 118 Veneto
Ecco come è stato riorganizzato il servizio di emergenza durante il contagio da Coronavirus nelle parole del responsabile del 118 di Venezia e del Veneto. «La gestione è rimasta provinciale e in rete con i medici di medicina generale. Non sempre l'ospedalizzazione è stata la soluzione migliore - spiega Paolo Rosi - tutte le chiamate, in generale, vengono ricevute da un infermiere in grado di mettere in rete le esigenze e dare la risposta professionale ad ogni singolo paziente. Ogni paziente veniva instradato sulla base delle sue esigenze e non sempre veniva dirottato all'ospedale. Questo sistema ha fatto sì che di fronte ad un aumento del 50% delle chiamate giunte nelle sedi operative le corse in ambulanza sono diminuite a 40mila da 50mila. I pazienti venivano dirottati ad altri servizi isolando l'ospedale. Questo non significa abbandonare il paziente, ma monitorarlo nella sua situazione e intervenire solo quando l'ospedale è indispensabile».
«Oltre a questo - spiega il responasabile del 118 - tenevamo monitorati i posti letto. La situazione iniziale era disastrosa, ma poi le scelte fatte lottando anche contro il tempo, sono state risolutive. Abbiamo rincorso l'emergenza, ma sempre stando un passo avanti al virus».


Medicina a Treviso, Zaia: Andiamo avanti comunque

«A Treviso fra 8 mesi avremo realizzato anche il nuovo ospedale all'avanguardia, una culla perfetta per la nuova Università. Ieri è stato un fulmine a ciel sereno, era la realizzazione di un sogno e la conclusione di un percorso, non il pallino di un folle presidente di Regione. A Treviso già si fa scuola, volevamo portare i 5 anni totali, io ieri ho chiamato Boccia che si è dimostrato disponibile - ho l'impressione che sia una impugnativa più di qualche azzeccagarbugli degli uffici che della politica - c'è una finestra per riuscire a dimostrare che la nostra azione è positiva, il Governo ha fino al 16 per depositare l'impugnativa. Da qui al 16 giugno, nell'ottica di un dialogo fra Regione e Governo, penso che si trovi una soluzione. Quando si lascia troppo spazio ai tecnici queste sono le conseguenze».
 


Ma il governatore Zaia non si ferma qui: «Le colpe che dicono che abbiamo: 6 milioni di euro pescati nei 9 miliardi della Regione Veneto - teorizzano che i 6 milioni presi dal fondo sanitario regionale siano un sopruso. L'altro aspetto è quello della programmazione, ma è già superato. Invito il Governo a prendere in mano queste carte e chiudere presto questa faccenda. Le conseguenze possono essere complicate e difficili da gestire. Comunque, per tranquillizzare tutti: a me non me ne frega niente dell'impugnativa, andiamo avanti comunque, gli studenti si iscrivano pure perché l'anno accademico ci sarà. Se servirà andremo in Corte Costituzionale per chiedere chi ha ragione».


Il caso dell'università di Medicina a Treviso
«Sarebbe stato meglio, da parte del Governo, usare il buon senso perché in questo caso non stiamo parlando di chissà quale strana operazione, ma della gemmazione di una facoltà, di un corso di laurea in medicina e chirurgia a Treviso, una sede che ha già otto cliniche universitarie, i primi anni di insegnamento, e che con questa legge completa un ciclo virtuoso iniziato molti anni fa». Così, il Presidente della Regione del Veneto commenta l'impugnativa, decisa oggi dal Consiglio dei Ministri, della legge regionale che istituisce un corso di laurea completo in medicina e chirurgia a Treviso, in pieno accordo con l'Università di Padova. Il governo blocca il corso di laurea in medicina a Treviso. Il sindaco Conte: «Veneto preso di mira a Roma»


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA