Il Veneto resta rosso per 4 casi in più. Terza settimana con il massimo delle restrizioni

Il Veneto resta rosso per colpa di quattro casi in più. Terza settimana con il massimo delle restrizioni
​Il Veneto resta rosso per colpa di quattro casi in più. Terza settimana con il massimo delle restrizioni
di Alda Vanzan
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Sabato 27 Marzo 2021, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 15:30

Gli autorizzati ad arrabbiarsi di più sono i bellunesi di Feltre. Per motivi vari e non ufficiali - hanno usato tutti le mascherine e pedissequamente osservato il distanziamento sociale o, magari, è stata semplicemente fortuna - nel distretto di Feltre l'incidenza dei contagi ogni 100mila abitanti è stata la più bassa di tutta la regione del Veneto in quest'ultima settimana: 186,45 contro il limite di 250. Peccato che per colpa di 4 veneti ogni 100mila abitanti, che sicuramente non abitano a ridosso delle Alpi, l'intero Veneto debba stare per un'altra settimana - la terza consecutiva - in fascia rossa. Significa che in tutto il Veneto durante la settimana santa di Pasqua i parrucchieri saranno chiusi, le botteghe di vestiti e di scarpe avranno le saracinesche abbassate, non si potrà andare al ristorante se non per l'ormai noto asporto, non ci si potrà muovere da casa se non per indifferibili e documentabili motivazioni. Il verdetto della Cabina di regia di ieri dice che, oltre al Friuli Venezia Giulia, anche il Veneto deve restare ancora in zona vermiglia nonostante quasi tutti i parametri siano nella norma: l'indice di contagio Rt che ha un limite massimo di 1.25 è calato a 1.23, il tasso di occupazione nelle terapie intensive è al 24% contro la soglia massima del 30% e quello delle aree non critiche è al 25% e cioè 15 punti percentuali sotto il massimo consentito. E allora perché il Veneto resterà rosso fino a martedì 7 aprile?


I DISTRETTI

È come la storia dei polli, c'è chi ne mangia due e chi nessuno, ma la media fa sempre uno.

Così il Veneto ha dovuto fare i conti con quei distretti che hanno avuto una incidenza cumulativa settimanale dei contagi superiore a 250 abitanti per 100mila abitanti: Belluno 271, Pieve di Soligo 257, Mirano-Dolo 275, Veneto orientale 317, Adria 317, tutta l'area padovana con il record dell'Alta a 357, fino all'Est Veronese a 274. Morale: media sopra 250, tutto il Veneto resta in fascia rossa.


Ma rosso per quanto? Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha detto che non potrà essere più di una settimana: «Venerdì prossimo chiederò la nuova verifica dei dati, se andremo sotto soglia mi aspetto che da dopo Pasqua, cioè da martedì 7 aprile, le restrizioni vengano tolte, magari potremmo tornare addirittura gialli». Eventualità - quella del giallo - esclusa poi dal ministro della Salute Roberto Speranza, visto che le restrizioni resteranno in vigore in tutto il Paese per tutto aprile. Quindi, ben che vada, da dopo Pasqua il Veneto potrebbe tornare solo arancione. La permanenza di una sola settimana in fascia rossa è confermata dallo stesso ministero della Salute: se venerdì 2 aprile i dati dovessero migliorare, da martedì 7 aprile il rosso verrebbe abolito.


IN CLASSE

Capitolo scuola. Nella conferenza stampa di ieri a mezzogiorno e mezzo, il governatore Zaia ha detto che basterebbe far fare il tampone rapido, meglio ancora se il fai-da-te, almeno una volta alla settimana ai ragazzi per riaprire le scuole. Tutte. «Le scuole devono essere definitivamente aperte». Ma non c'era il rischio di contagi e focolai? «Siamo pronti con un progetto per lo screening con tamponi utilizzando il fai da te. La competenza è dello Stato, ma ritengo che non ci sia nulla di scandaloso se si fanno i test fai da te tenendo le scuole aperte». L'esempio arriva dalla Gran Bretagna dove il governo ha offerto 57 milioni di tamponi rapidi a studenti, genitori ed insegnanti affinché si testino due volte alla settimana.


In ogni caso la proposta del governatore Luca Zaia è venuta meno, visto che di lì a un paio d'ore il premier Mario Draghi ha annunciato la riapertura della scuola fino alla prima media anche nelle regioni in fascia rossa, mentre in quelle arancioni saranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media e al 50% quelli delle superiori. «Il ministro dell'Istruzione Bianchi ha spiegato Draghi sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test». Intanto il Tar del Lazio ha ordinato alla presidenza del Consiglio dei ministri di riesaminare entro il 2 aprile le misure che, sulla base del Dpcm del 2 marzo, comportano l'automatica chiusura di tutte le scuole nelle zone rosse. Ma, da quanto si apprende, il Dpcm resta in vigore.

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