Coronavirus, a Venezia 40% disdette: Federturismo chiede stato di crisi

Coronavirus, a Venezia 40% disdette: Federturismo chiede stato di crisi
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Lunedì 24 Febbraio 2020, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 13:42

Coronavirus, allarme per il settore del turismo. Gite scolastiche cancellate, stranieri spaventati per l'Italia in parziale quarantena in un periodo buono per il settore con le settimane bianche, il Carnevale e i primi ponti pasquali e primaverili. Il tornado coronavirus, con la crescita dei contagi, rischia di assestare una mazzata pesante al turismo tricolore. 


«La situazione è fuori controllo e di una gravità assoluta. Noi ci aspettiamo un intervento forte e mirato del Governo - dice all'agenzia Ansa la presidente di Fiavet Ivana Jlenic - perché le imprese turistiche (che muovono il 13% del pil di questa nazione) non possono essere lasciate da sole. Se crolla il turismo, non ce n'è più per nessuno». Per stasera - aggiunge la Jlenic - abbiamo organizzato una riunione con tutte le associazioni di tour operator e agenzia di viaggi da Astoi Confindustria ad Assoviaggi Confesercenti. «Il settore si deve compattare per agire in maniera rapida» spiega. «La prima cosa che ci aspettiamo è che il Governo metta i vettori aerei (quasi tutti stranieri) nella condizione di dover provvedere ai rimborsi perché non è ipotizzabile che tutto sia scaricato sulle imprese italiane» dice ancora.

«Oggi - spiega la Jlenic - è un momento estremamente difficile per il mondo delle agenzie di viaggio e i tour operator, il sistema si sta semiparalizzando tra la psicosi che si è sviluppata e i vari timori delle notizie che si rincorrono la situazione è piuttosto critica. Innanzitutto c'è il blocco delle gite scolastiche che ormai è supportato dal decreto legge emesso dal Governo e quindi sta già bloccando un intero settore. Poi perdura lo stop dei viaggi da e per la Cina e in più c'è anche la ripercussione della paura trasversale che sta assalendo i viaggiatori per i viaggi all'estero in genere».

Un problema enorme anche per l'incoming, ovvero per tutti quei turisti stranieri che hanno l'Italia in cima alla lista dei desideri di viaggio e che ora sono spaventati. «L'informazione così martellante - dice la presidente di Fiavet - sta ingenerando nei paesi stranieri una forma di psicosi, al momento ci sono 5 morti (tutte persone con un'età importante e con già sofferenti per patologie gravi) e 200 contagiati ma in Italia siamo 60 milioni e abbiamo un efficientissimo sistema sanitario e anche una straordinaria attività di ricerca scientifica. All'estero la percezione è molto distorta».

Ma non basta: il settore viene colpito in un periodo molto fecondo tra il turismo invernale e i viaggi di Pasqua e ponti primaverili e con tutte le gite scolastiche: «La quarantena di Veneto e Lombardia - dice ancora la Fiavet - paralizza le settimane bianche e pregiudica la Pasqua. Inoltre sono anche le due regioni, assieme a Piemonte ed Emilia Romagna, tra le più propense al viaggio e anche con la maggior capacità di spesa».

Federturismo intanto chiede lo stato di crisi per il settore. «Le ultime gravi notizie relative alla diffusione del Coronavirus nel nostro Paese hanno messo in ginocchio l'industria del turismo italiano» la premessa dell'Associazione che ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte. «Le stime più prudenti prima della diffusione parlavano di una perdita di 5 miliardi di euro - ha osservato la Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli - ma adesso ci troviamo nella condizione di non poter più nemmeno stimare l'impatto a causa della drammatica evoluzione in corso. Anche nel caso di una rapida soluzione del problema per il nostro settore la stagione è compromessa: oltre alle migliaia di cancellazioni, si aggiungono le mancate prenotazioni per tutto il secondo semestre 2020, normalmente già a buon punto in questa parte dell'anno».

Alla luce di «questi recenti sviluppi e a nome di un comparto che rappresenta il 10% del Pil e oltre 4 milioni di lavoratori abbiamo scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, chiedendo lo stato di crisi per il settore del turismo e di attivare tutte le misure di supporto a tutela dei posti di lavoro e della vita stessa delle nostre imprese».

«È difficile in queste ore avere un quadro preciso ma si stima che al momento le disdette superino il 40%. E il dato va crescendo». Lo rende noto il vicedirettore dell'Associazione veneziana degli albergatori (Ava), Daniele Minotto. «Le difficoltà - aggiunge Minotto - riguardano in particolare gli eventi già programmati: se le cene in hotel, al pari di quelle dei pubblici esercizi, possono essere confermate, dovranno invece essere cancellati balli in maschera, feste, dibattiti e proiezioni».

«Tra l'effetto paura e le conseguenze di questi eventi annullati - prosegue Minotto - è difficile essere fiduciosi ma tutto dipende dalle decisioni che saranno prese a marzo. Se saranno stabilite misure simili a quelle della Lombardia, come il coprifuoco, la situazione potrà solo peggiorare. Ovviamente si tratta di uno scenario che non vogliamo neppure considerare». «Comprendiamo le paure diffuse - aggiunge Minotto - ma al tempo stesso siamo consapevoli che il nostro sistema sanitario sta tenendo e crediamo che l'immagine di efficienza del nostro territorio alla fine sarà premiata. Ai turisti ricordiamo che la città è fruibile e che i servizi, eccetto alcuni uffici pubblici, sono operativi: non ci sono le motivazioni per giustificare rinunce e rinvii da parte degli ospiti». Per la vicepresidente dell'Ava, Stefania Stea «la categoria è compatta e collaborativa nel seguire le disposizioni. A Venezia si tratta di casi isolati e l'obiettivo condiviso è di fronteggiare questa situazione con la massima disponibilità, per uscirne e tutelare le imprese e i 25 mila posti di lavoro che il settore alberghiero e turistico garantiscono in città. Dopo l'acqua alta di novembre e il grande lavoro fatto per far arrivare al mondo un'immagine corretta, il turismo stava lentamente ripartendo ma, e lo ha evidenziato il Carnevale, non era ancora tornato ai livelli a cui eravamo abituati. Dobbiamo uscire presto da questa emergenza e poi lavorare tutti insieme per evitare che abbia effetti a lungo termine. Su questo - conclude - chiederemo la collaborazione delle istituzioni e in particolare del Ministero».

 

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