Covid. Terapie intensive, occupato un decimo dei posti letto. Ma il Nordest è in sicurezza

Terapie intensive, occupato un decimo dei posti letto. Ma il Nordest è in sicurezza
Terapie intensive, occupato un decimo dei posti letto. Ma il Nordest è in sicurezza
di Angela Pederiva
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 11:37

La caduta nell'inferno è simile a una scala con dieci gradini: ieri è stato sceso il primo. La soglia di sicurezza fissata dal Governo a maggio, quando stava scemando la prima fase di contagi e il decreto Rilancio stanziava 1,3 miliardi per potenziare le Terapie intensive in vista della seconda ondata, era di 14 posti letto ogni 100.000 abitanti per i malati Covid più gravi. Ebbene Il Gazzettino ha elaborato i dati dell'ultimo bollettino, che ha registrato la risalita delle nuove infezioni (+10.874) e dei pazienti intubati (+73), verificando che al momento in Italia il tasso di occupazione dei reparti critici è pari mediamente a 1,44 e che il Nordest si posiziona poco sotto il dato nazionale, spiccando tuttavia per dotazioni superiori all'obiettivo stabilito dalla normativa.

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Terapie intensive

Veneto e Friuli Venezia Giulia sono infatti le sole regioni, insieme alla Valle d'Aosta, che si sono attrezzate per tempo.

Fra posti precedenti al Covid e aggiunti dopo l'epidemia, nelle Terapie intensive Venezia ha segnalato la disponibilità di 16,8 letti ogni 100.000 residenti, Trieste di 14,4 e Aosta di 15,9, mentre il resto d'Italia non ha raggiunto il tetto richiesto, tanto che ad esempio la Lombardia ha comunicato un valore di 9,8, l'Emilia Romagna di 11,5, il Piemonte di 8,4, l'Umbria di 7,9. 

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Posti occupati

A fronte di questa offerta, qual è l'effettiva situazione negli ospedali? Per avere un quadro omogeneo della situazione complessiva, abbiamo preso in considerazione il bollettino nazionale, che notoriamente per il Veneto è meno aggiornato di quello regionale, poiché Azienda Zero fotografa il flusso dei numeri due volte al giorno (alle 8 e alle 17), mentre il ministero della Salute soltanto al pomeriggio (un'istantanea che di fatto rappresenta la contabilità del mattino). Inoltre, per poter confrontare con oggettività le condizioni delle diverse regioni, abbiamo normalizzato il dato relativo ai ricoveri in Terapia intensiva, rapportandolo alla popolazione residente alla data del 31 dicembre 2019, così come certificata dall'Istat. In questo modo abbiamo ottenuto il tasso medio di 1,44 pazienti intubati ogni 100.000 abitanti in Italia: a fronte di 60.244.639 residenti, ieri sono stati contati 142.739 casi attualmente positivi; di questi, 8.454 riguardano malati accolti in area non critica, mentre altri 870 sono i degenti che in questo momento hanno bisogno del respiratore per combattere la loro battaglia per la vita. Peraltro va precisato che la cifra indicata a livello centrale tiene conto solo dei pazienti tuttora infetti, ma è noto che necessitano della ventilazione assistita persone finite in ospedale per il Covid, diventate nel corso del tempo negative al tampone e tuttavia ancora alle prese con le complicanze della malattia, per cui l'occupazione reale delle Rianimazioni è più elevata.


Pazienti covid

Ad ogni modo, con il medesimo metodo di calcolo, è possibile il raffronto tra le diverse realtà. Per esempio, il Veneto mostra 10.256 contagi attivi, con 459 ricoverati in reparti come Malattie infettive e altri 51 positivi in Terapia intensiva, il che su una popolazione di circa 4,9 milioni significa un tasso di 1,03. Allo stesso modo, il Friuli Venezia Giulia evidenzia 1.932 infezioni in corso, 65 degenti con sintomi e 14 intubati, vale a dire 1,15 ogni 100.000 dei suoi 1,2 milioni di residenti. Le regioni che patiscono la maggiore presenza assoluta di malati gravi sono Lombardia e Lazio, entrambe con 123, ma siccome l'una ha quasi il doppio degli abitanti dell'altra (10,1 contro 5,8 milioni), l'incidenza è rispettivamente di 1,21 e 2,09. In termini relativi quella messa peggio è invece la piccola Val d'Aosta: i ricoverati che lottano per la sopravvivenza sono appena 5, ma su una base demografica di 125.501 unità, quel dato si traduce in un valore di 3,98. Al contrario, il Molise ha le Terapie intensive vuote, quasi come la Basilicata che ha un solo paziente e un'incidenza di 0,17. 


Capienza massima

Tutti questi risultati possono poi essere correlati alla disponibilità effettiva dei posti letto. Siccome alcune Regioni stanno andando avanti con i lavori di adeguamento ospedaliero, dobbiamo limitarci al censimento verificato un paio di giorni fa, secondo cui il tasso di saturazione in Italia è al 12,34%, in Veneto al 5,33% e in Friuli Venezia Giulia al 7,43%. Ma appunto la situazione è in continua evoluzione, tant'è vero che il bollettino pomeridiano di Azienda Zero ha ulteriormente aggiornato il quadro veneto: nel giro di ventiquattr'ore, sono stati registrati 680 nuovi contagi (comunque meno dei giorni precedenti), per cui i casi attualmente positivi salgono a 10.555, i ricoverati in area non critica a 524 e quelli in Terapia intensiva a 66, i soggetti in quarantena a 13.185 e le vittime a 2.277.

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