La rivolta dei vaccinati: tamponi gratis ai non vaccinati? Allora a noi soldi in busta paga

La rivolta dei vaccinati
La rivolta dei vaccinati
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Lunedì 18 Ottobre 2021, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 11:56

PORDENONE - Quando qualcuno, in un'assemblea informale, ha avanzato la proposta, è successo il finimondo. «Tamponi pagati a chi non si vaccina? Scherziamo? Allora date anche a noi, che l'iniezione l'abbiamo fatta, quindici euro in più in busta paga ogni due giorni di lavoro». Si è rischiata la lite, perché i vaccinati, in quel campo, erano e sono la netta maggioranza. Una maggioranza che non ha avuto la minima voglia di farsi mettere i piedi in testa da una sparuta minoranza. Così, il mondo dei negozianti di Pordenone ha deciso: no ai test pagati a beneficio dei lavoratori non vaccinati. Stop. 

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I FATTI

A raccontare come sono andate le cose, sempre a livello informale, è oggi Antonella Popolizio, numero uno di Federmoda in provincia e principale referente dei negozianti cittadini. Attenzione, in questo caso si parla solamente del commercio puro e non dei settori che includono anche bar e ristoranti, dove in alcuni casi la situazione è diversa. 
«Abbiamo avuto qualche discussione tra commercianti - spiega Popolizio - e subito abbiamo capito una cosa: la maggior parte dei lavoratori da noi è completamente vaccinata.

Non ci sono i problemi che si sono visti invece altrove. Qualcuno, però, ha avanzato la proposta relativa alla possibilità che a pagare i tamponi (necessari ogni 48 ore nel caso dei test rapidi, ogni 72 ore invece se si scelgono i molecolari, più costosi ma più affidabilli, ndr) fossero i titolari delle attività». A quel punto è scattata una mezza rivolta, con protagonisti e protagoniste i lavoratori e le lavoratrici che nel tempo si erano immunizzati seguendo le scadenze imposte dalla campagna nazionale di vaccinazione. Ne è venuto fuori un mezzo scontro, un antipasto di quello che potrebbe avvenire anche altrove, considerando il fatto che ovunque i vaccinati sono in netta maggioranza. 


LA PROTESTA

«Quando è uscita la proposta di pagare i test ai lavoratori non vaccinati - ha illustrato sempre Popolizio -, i dipendenti immunizzati hanno detto chiaramente che a quel punto avrebbero preteso anche loro un indennizzo di 15 euro (è il costo calmierato dei test rapidi antigenici nelle farmacie, ndr). Tutte le colleghe - ha aggiunto - hanno detto di essersi vaccinate per senso civico e di comunità e di non essere disposte a vedere i tamponi pagati a beneficio di chi invece ha scelto di non immunizzarsi». Prima ancora di decollare, quindi, la proposta è rientrata, affossata dalle cannonate verbali dei dipendenti del commercio che si sono vaccinati. 


I NUMERI

Sempre Popolizio, poi, ha fornito alcuni numeri che fotografano la situazione del commercio pordenonese in relazione alla campagna vaccinale. «Secondo le stime che abbiamo raccolto - ha fatto sapere - nel nostro settore il 99 per cento dei dipendenti e delle dipendenti ha fatto il vaccino, quindi non avremo alcun problema in relazione al Green pass. Fuori città il quadro può essere leggermente diverso, ma da noi non c'è emergenza». Il ristoratore Carlo Nappo, invece, ha tirato dritto, confermando l'intenzione di pagare ai suoi dipendenti no-vax il test rapido.

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