Contrario a farmaci e vaccini, muore a 64 anni il falegname Baraldo

Massimo Baraldo, persona stimatissima da vicini e conoscenti
Massimo Baraldo, persona stimatissima da vicini e conoscenti
di Giovanni Brunoro
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:03

MONSELICE - Mercoledì è morto all’ospedale di Schiavonia Massimo Baraldo, 64enne residente a Costa Calcinara, colpito dal Covid prima di Natale. La malattia non gli ha lasciato scampo anche se godeva di salute eccellente e praticava molto sport a livello amatoriale. Ad essergli fatale secondo quanto raccontano i vicini la mancata vaccinazione, che lo ha esposto al rischio di sviluppare una grave malattia.
Una “filosofia” che tutta la sua famiglia condivideva. Stando alle testimonianze dei vicini, infatti, né la moglie né le due figlie erano vaccinate. La compagna dell’uomo era rimasta contagiata in contemporanea al marito, ma ha avuto un decorso lieve ed è negativa da giorni.

A quanto pare, Massimo Baraldo non faceva mistero del suo pensiero e lo palesava ad amici e vicini. «Non doveva andare così, non mi do pace» dichiara con la voce rotta dal pianto la signora Martini, che abita proprio a fianco dei Baraldo. «Massimo era un uomo meraviglioso, gentilissimo e sempre pronto ad aiutarci anche nei lavori di casa.

Non ho mai visto nessuno lavorare il legno come lui».

Si chiudono nel silenzio anche i dirimpettai, che non se la sentono di parlare dell’amico perduto ma ammettono: «Non eravamo d’accordo con quel tipo di scelte, indotte solo da cattivi maestri». Baraldo era una persona dinamica, laboriosa e dal cuore generoso. La sua grande passione per la natura e il territorio lo aveva portato a supportare le battaglie dei comitati ambientalisti, partecipando in prima persona alle manifestazioni. Non frequentava medici “alternativi”, però era contrario a tutti i farmaci, vaccini compresi. Prosegue la vicina: «Due anni fa Massimo aveva avuto una brutta bronchite, ma non aveva voluto curarsi. Piuttosto che prendere un antibiotico, preferiva trascinare i sintomi a lungo».

Probabilmente, credeva che condurre uno stile di vita sano, mangiare bene e praticare sport di prima mattina lo avrebbe messo al riparo da gravi conseguenze in caso di contagio, ma un virus così insidioso segue ben altre logiche. Baraldo deve averlo capito quando ormai era troppo tardi. «Fate quello che dovete fare, ho sbagliato io», queste le parole che l’uomo avrebbe pronunciato quando l’ambulanza lo conduceva a Schiavonia. Durante la degenza, il personale dell’ospedale telefonava ogni pomeriggio alla famiglia, aggiornando sulle condizioni del loro caro. Qualche giorno fa l’intubazione, anteprima di un addio difficile da spiegare. 

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