Annega nel Garda dopo la festa. «L'ho vista sul fondale e mi sono buttato nel lago: non doveva morire»

Annega nel Garda dopo la festa. «L'ho vista sul fondale e mi sono buttato nel lago: non doveva morire»
Annega nel Garda dopo la festa. «L'ho vista sul fondale e mi sono buttato nel lago: non doveva morire»
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Giovedì 18 Giugno 2020, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 09:53

PESCHIERA - Un colpo al cuore la notizia arrivata ieri intorno alle 17.30 per il poliziotto che ha recuperato Silvia dalle acque del lago. «Ho sperato tanto che ce la facesse», dice l'ispettore Superiore della Polizia di Stato Mauro Trinca Rampelin e non riesce a trattenere la commozione spiegando di aver saputo poco prima delle 18 che la giovane era morta. Il poliziotto appartenente all'Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Verona/Villafranca era intervenuto subito ieri notte. «Esprimiamo il cordoglio ai famigliari - dice il capo della Polaria Veronese Roberto Salvo - dispiace non essere riusciti ad arrivare prima. Pensavamo di aver dato una speranza, poi la terribile notizia».



IL SOCCORSO
Il poliziotto Mauro Trinca Rampelin racconta così la tragica notte di ieri. «Sono qui a fare qualche giorno col camper, al campeggio del Garda - spiega - con la mia famiglia e siamo posteggiati proprio di fronte a questa spiaggia libera, dove c'è un pontile che si allunga per 20/30 metri verso il largo. Erano circa le 3.30 della notte tra martedì e mercoledì quando sono stato risvegliato e ho sentito degli schiamazzi. Ma erano delle urla gioiose, non urla di spavento. Allora ho guardato fuori e ho visto 5 ragazze e due ragazzi e ho ripreso a dormire. A un certo punto, saranno state le 5, sono stato risvegliato nuovamente dalle forti urla».

 

Fa il bagno di notte nel lago di Garda, sbatte la testa, 19enne bellunese muore poco dopo Foto

VERONA - Una ragazza bellunese di 19 anni, Silvia Doriguzzi, è morta ieri notte a Peschiera del Garda (Verona).

La ragazza si è tuffata nel lago, dopo una festa con amici, ma non è più risalita. A soccorrerla e portarla a riva un ispettore della Polaria di Villafranca di Verona, libero dal servizio.



«Questa volta - prosegue il poliziotto - non erano come quelle precedenti, ma di spavento. Sentivo aiuto non la vediamo più, dove è andata forse è annegata. Si è tuffata dietro di me e non l'ho più vista. A quel punto sono uscito in pigiama di corsa sono andata verso questi ragazzi, che saranno stati a 50-70 metri da me. C'è una recinzione che delimita il campeggio e da questa inferriate ho gridato sono della polizia avete bisogno? Si è avvicinato uno dei ragazzi e mi ha spiegato cosa stava succedendo. Dopo aver corso 300 metri son riuscito a passare fuori dal camping ed ad andare in questa spiaggia, così com'ero, in pigiama».
Nel frattempo il poliziotto aveva già chiamato i soccorsi. Iniziano le ricerche con gli amici della giovane. «Siamo andati nel posto dove l'avevano vista l'ultima volta - prosegue l'ispettore - sulla banchina, a nord del lago. Guardiamo giù e vediamo una sagoma sul fondale basso. Questo ragazzo ed io ci siamo tuffati e siamo andati a nuoto verso il basso, immergendoci sotto per 3-4 metri». «Ho dovuto nuotare a fatica in fondo e ho trovato il braccio della giovane - prosegue -. Ho cercato di alzarla, ma facevo fatica poi ci ho messo tutta la forza che avevo ho sentito una spinta in alto e insieme col ragazzo siamo riusciti a metterla sulla banchina, un metro sopra l'acqua. Non doveva morire».

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