Covid, a Belluno muore ottantenne vaccinato: aveva altre patologie

80enne vaccinato muore di covid a Belluno
80enne vaccinato muore di covid a Belluno
di Davide Piol
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Giovedì 12 Agosto 2021, 01:45 - Ultimo aggiornamento: 11:05

BELLUNO - Si torna a morire di Covid. Si è aggiunta un’altra vittima alla lista dei 644 bellunesi deceduti dopo aver contratto il virus. La giornata del 10 agosto sarà ricordata come un punto di svolta: riapertura della Terapia Intensiva, con un 50enne positivo (non vaccinato) ricoverato in gravi condizioni, e il primo morto dopo quasi un mese e mezzo di silenzio sul fronte dei decessi (l’ultimo risaliva al 28 di giugno). A perdere la vita, in ospedale a Belluno, è stato un ultra-ottantenne vaccinato ma con un quadro clinico messo a dura prova da una serie di patologie che alla fine non gli hanno lasciato scampo. Era ricoverato in area non critica.
CHI SONO I RICOVERATI
Le persone positive che hanno bisogno di cure ospedaliere scendono quindi a quattro: uno, non vaccinato, rientra nella fascia d’età tra i 15 e i 49 anni; due hanno tra i 50 e i 69 anni (uno risulta vaccinato, l’altro no); e una ha più di 80 anni (non vaccinato). Quanto agli altri due – martedì i pazienti covid erano sei – uno si è negativizzato e l’altro, purtroppo, ha perso la vita. L’età mediana delle persone positive passate per gli ospedali bellunesi, da inizio pandemia ad oggi, è di 70 anni. Ma si sta abbassando con il passare del tempo. Il 24% del totale sono donne, il restante uomini. E quasi un quarto dei pazienti passati per la rianimazione aveva il diabete. Per quanto riguarda la Rianimazione, inoltre, ci sono stati 21 ricoveri covid durante la prima ondata e un centinaio tra la seconda e la terza. L’età dei pazienti si è ora abbassata perché è cambiata la copertura vaccinale della popolazione. Gli anziani sono quasi totalmente coperti. Mentre i 50-69enni, dopo un inizio promettente, fanno fatica ora a prenotarsi nel sito dell’Ulss. «È la fascia – ha spiegato Davide Mazzon, primario di Anestesia e Rianimazione al San Martino di Belluno – sulla quale in questo momento particolare vanno poste le dovute attenzioni per la campagna vaccinale. Lo zoccolo duro di coloro che hanno pretese antiscientifiche sui vaccini è poco rappresentato. Per la maggior parte sono situazioni di indecisione e incertezza o problematiche legate al lavoro, quindi si posticipa la scadenza vaccinale prevista». Il 50enne positivo in Terapia Intensiva non è vaccinato e le sue condizioni sono molto serie. In Pneumologia a Belluno, infatti, vengono eseguiti trattamenti – come la ossigenoterapia ad alti flussi e la ventilazione meccanica non invasiva – che risultano molto efficaci. Perciò quando i pazienti vengono trasferiti in Rianimazione significa che il quadro clinico è diventato critico ed è necessario intubarli. Il rischio di mortalità, in questi casi, passa da un 20-25% al 40-50%.
PARAMETRI GRAVI
«Vengono spostati da noi – ha continuato Mazzon – quando raggiungono una soglia di gravità per cui devono essere sottoposti a ventilazione meccanica invasiva (come la ventilazione in posizione prona).

Quindi si tratta di pazienti contraddistinti da parametri molto gravi. Questo lavoro è frutto del collegamento costante tra i due reparti e dall’accurata selezione dei pazienti e quindi conoscenza del caso specifico». L’unica arma efficace contro il covid rimane il vaccino. Secondo il primario, la pressione sugli ospedali non aumenterà come nelle altre ondate, e questo grazie al fatto che la maggior parte delle persone ora risulta vaccinata e quindi protetta. «Sappiamo che la fascia dei 50-69enni – ha detto Mazzon – è quella dove il numero dei non vaccinati non è affatto irrilevante. Ma credo che ci sarà un minor carico sulle Terapie Intensive (rispetto alle altre ondate, ndr), di pazienti con forme gravi di polmoniti covid, e al tempo stesso l’ospedalizzazione di fasce più giovani che la prendono in forma meno grave». Nessuno vuole rivivere l’incubo di qualche mese fa: «Dovessi scommettere lo escluderei, sarebbe un’ulteriore mazzata per l’intero sistema».

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