Raggi, bufera sugli incarichi Asl. Il Pd: non dichiarò compensi, è reato. Lei: «E' solo fango»

Raggi, bufera sugli incarichi Asl. Il Pd: non dichiarò compensi, è reato. Lei: «E' solo fango»
di Simone Canettieri
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Venerdì 17 Giugno 2016, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 16:05

Ancora sviste e omissis nel carriera di Virginia Raggi, candidata del M5S a Roma. Questa volta si tratta di una consulenza della Asl Roma F di Civitavecchia per due incarichi di recupero crediti per 13 mila euro, dei quali finora avrebbe percepito solo 1.878 euro.

Nello specifico, come riporta oggi Il Fatto quotidiano, l’azienda sanitaria si sarebbe avvalsa della sua collaborazione nella causa contro il dottor Giuseppe Crocchianti: l’imprenditore, morto lo scorso febbraio, avrebbe fatturato prestazioni mai effettuate alla Regione per centinaia di migliaia di euro.

Da qui il conferimento del mandato, per il quale Raggi avrebbe ricevuto 8 mila euro nel 2012 e altri 5 mila nel 2014, quando sedeva già come consigliera in Aula Giulio Cesare e appena eletto il sindaco di Civitavecchia, il grillino Antonio Cozzolino. Chi è stato a segnalare la Raggi? Questo è il primo mistero. Secondo un regolamento del 2012, infatti, la scelta sarebbe dovuta arrivare attraverso gli avvocati iscritti all'albo della Asl di Civitavecchia, nel quale non c'è la Raggi.  Il direttore generale dell’azienda sanitaria, Giuseppe Quintavalle, per motivare la decisione ha parlato di continuità.

Seconda circostanza che non torna. Raggi in quel periodo dichiarava 17.278 euro. Come ha ribadito negli ultimi faccia a faccia in tv con Giachetti. Dice il governatore Nicola Zingaretti: «Io non ne sapevo nulla. Un Presidente della Regione, come è ovvio, non interviene nelle singole decisioni gestionali che spettano agli apparati amministrativi - ha dichiarato Zingaretti - ma di sicuro è mio dovere verificare che queste scelte avvengano nel pieno rispetto dei criteri di legittimità e opportunità. Ho appena chiesto alla Asl di Civitavecchia di relazionare sulle ragioni che hanno portato ad affidare l’incarico, il suo oggetto e l’importo e, cosa più importante, i risultati raggiunti dalla Asl grazie al lavoro che avrebbe dovuto essere svolto».

Il Pd, con Alessia Morani, attacca Raggi: «La telenovela delle amnesie di Virginia: consulenze dalla Asl nel Comune grillino di Civitavecchia. Non lavorava solo come consigliera? Quante altri buchi nella sua memoria? La trasparenza e la Raggi non vanno proprio d'accordo». Il riferimento è agli omissis nel curriculum: dal praticantato nello studio di Cesare Previti alla carica di presidente di Hgr, società di recupero crediti della quale era ad e proprietaria all’80 per cento Gloria Rojo, una dei 41 assunti della Parentopoli dell’Ama.

Da quanto risulta, inoltre, Virginia Raggi non avrebbe dichiarato a ex consigliera capitolina il primo dicembre 2014 ha negato di aver assunto incarichi e di aver percepito compensi da altri enti pubblici o privati. Esattamente sei mesi prima, il 12 luglio 2014, era stata reincaricata dalla Asl di Civitavecchia per il recupero crediti. Solo l’anno dopo, nell'ottobre 2015, Raggi conferma nero su bianco di aver ricevuto l'incarico e l'acconto da circa 1800 euro incassato dalla Asl Rm6.  Il Pd attacca ad alzo zero. «Da quel che si apprende, la candidata dei 5 Stelle al comune di Roma, Virginia Raggi, ha agito in contrasto con la Legge Severino», spiega David Ermini, Responsabile Giustizia del Pd. 

E Andrea Romano aggiunge: «Sorgono diverse domande. Perché quella del 2012 non appare nelle sue dichiarazioni pubblicate dal Comune come previsto dalle norme sulla trasparenza? Non era obbligata a farlo sia nel 2013 sia nel 2014? Se fosse così, non saremmo di fronte a una palese violazione della legge, con conseguenti sanzioni? Potrebbe essere dichiarata ineleggibile? Attendiamo, poco fiduciosi, una risposta chiara dalla smemorata Raggi». Matteo Orfini, commissario del Pd e presidente nazionale dei democrat, è netto: «Segnalo che se quanto scritto dal Fatto è vero quella della Raggi non è una dimenticanza, è un reato».

Intanto Virginia Raggi si difende: «Questa è l'ultima goccia di fango prima del ballottaggio. Continuano ad attaccarmi sul mio lavoro perché non hanno argomenti. Noi siamo più forti ed andiamo avanti. Mancano 48 ore e avremo finalmente la possibilità di voltare pagina». Continua la grillina: «Nel 2012 non era necessario essere
iscritti nell'albo speciale se non ovviamente a quello degli avvocati - spiega la pentastellata - L'incarico era fiduciario. Il mio mandato era quello di mettere in esecuzione una sentenza della Corte dei conti per far recuperare soldi alla Asl che era stata sostanzialmente truffata».

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