Pugile arrestato per rapimento. Il bimbo:
"Volevo mia mamma, lui mi teneva prigioniero"

Pugile arrestato per rapimento. Il bimbo: "Volevo mia mamma, lui mi teneva prigioniero"
di Adelaide Pierucci
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Martedì 26 Aprile 2016, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 10:36

Nove anni e l'atteggiamento di un piccolo uomo. «È vero, sono stato tenuto come prigioniero. Ho pianto, volevo la mamma». È stata la stessa vittima del rapimento lampo orchestrato dal pugile Mirco Ricci a dare la conferma che mercoledì in via di Val Cannuta era successo l'incredibile. Un bambino di terza elementare strappato dalle mani della madre e nascosto in un appartamento per costringerle la donna a pagare una partita di cocaina di cinquemila euro sparita. «Appena tiri fuori i soldi, te lo riprendi» l'avrebbe minacciata lo stesso Ricci dopo averle assestato un paio di destri.

L'AUDIZIONE
Il piccolo è stato sentito in audizione protetta in Questura dopo la liberazione. Davanti a lui le pm Claudia Terracina e Ilaria Calò, una psicologa infantile e gli investigatori della Mobile. «Non mi hanno permesso neanche di affacciarmi al balcone» si è sfogato il piccolo, inchiodando così il campione mondiale dei mediomassimi, la madre e la sorella del pugile, ma anche una parente che chiama zia, finiti subito in manette con l'accusa di sequestro di persona aggravato dall'età della vittima. «Mi ha tenuto in casa la sorella del pugile» ha precisato il bambino. «Ero come in ostaggio. Ho chiesto di tornare a casa, piangevo ma nulla. All'inizio mi strappato via Palma, la mamma del pugile. Poi da casa sua mi hanno portato in casa della figlia Francesca e alla fine a casa di mia zia Sonia, sempre all'interno dello stesso palazzo». Uno spostamento, secondo gli investigatori, organizzato al volo perché ormai diverse pattuglie stavano controllando la zona.
 
LA DROGA
Era stata la madre del bambino, una quarantenne con problemi di droga, a denunciare il caso giovedì sera, a quarant'otto ore dal sequestro. «Il pugile Mirco Ricci, sua madre e sua figlia per costringermi a saldare un debito di 5.150 euro mi hanno portato via mio figlio» ha detto, «Io custodivo della cocaina in casa per loro, in particolare per la signora Palma, ma una parte della droga, secondo loro, è sparita e rivolevano subito i soldi». Il resto si ricostruisce da un appunto degli investigatori: «Appena Palma Condemi aveva saputo della perdita della sostanza, l'aveva chiamata all'alba e l'aveva fatta picchiare dal figlio Mirco, pugile professionista. Poi Mirco Ricci e la sorella Francesca erano andati a casa di lei ed avevano preso il bambino». Lo scenario è quello delle case del Caaf, uno dei dieci Centri di assistenza alloggiativa temporanea del Campidoglio.

LE INTERCETTAZIONI
Gli agenti della Squadra mobile su disposizione dei magistrati intercettano i cellulari dei sospettati. In una telefonata tra la "zia" del piccolo (nipote della madre) e il fidanzato si sente in sottofondo la voce di un bimbo che piange: «Voglio la mamma». Scatta il blitz. I quattro arrestati, però, davanti al giudice Angela Gerardi hanno rifiutato le accuse. «Quel bambino stava sempre con noi, specie con la zia Sonia, altro che rapito». Ricci ha detto di averlo portato anche in una palestra di pugilato. Bugie secondo il magistrato che ha confermato il carcere per tutti.