Veneto, primarie centrosinistra: vince
Alessandra Moretti. In Puglia trionfa Emiliano

Veneto, primarie centrosinistra: vince Alessandra Moretti. In Puglia trionfa Emiliano
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Lunedì 1 Dicembre 2014, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 13:35
Alessandra Moretti ha vinto con oltre il 67% dei voti la sfida per le primarie del centrosinistra in Veneto e ora lancia la sfida al leghista Luca Zaia per cambiare la storia del Veneto, una regione governata da un ventennio dal centrodestra. In pugia vince invece come previsto Michele Emiliano.



«È la certezza del merito: il Veneto merita questa vittoria. A vincere non sono io, ma tutti noi veneti», dichiara l'europarlamentare da 230mila voti, che nella sfida a tre ha battuto la compagna di partito Simonetta Rubinato e Antonino Pipitone, consigliere regionale dell'Idv. È la prima volta che una

donna concorre nel confronto diretto per la guida della Regione.



A fine giornata, negli oltre 600 seggi messi in piedi dalla macchina organizzativa - a forte impronta Pd - hanno espresso la loro preferenza circa 40mila persone. Un dato considerato «buono», in linea con quelle che erano le aspettative delle ultime settimane, anche se erano state state stampate circa 70mila schede. Già alle 16, in casa Pd si tirava un sospiro di sollievo, con 26 mila persone votanti; quasi 6.000 in più rispetto agli iscritti al partito nel 2013. Insomma, il rischio "Emilia" era superato a metà giornata.



«Il desiderio di cambiamento dei cittadini - dice Roger De Menech, segretario regionale del Pd - è stato predominante rispetto alla tentazione dell'astensionismo. Chi prevedeva un flop è rimasto deluso. Comincia la sfida vera per una regione giusta, onesta e prospera. Per le primarie è stata una sfida vera senza protagonismi, ma con l'interesse comune di superare il centrodestra».



La partita vera per arrivare al candidato anti Zaia è cominciata meno di un mese fa, il 2 novembre, dopo settimane di voci sussurrate su possibili candidature uniche (e il nome che girava era Moretti), di mezzi annunci e di riunioni in casa Pd, anche romane, per sciogliere il nodo non andate a buon fine. L'orizzonte nero che si stava profilando è stato cancellato quel giorno dal Pd veneto con due colpi a raffica: a metà pomeriggio, con una nota, Alessandra Moretti ha annunciato la sua discesa in campo con una richiesta - urne aperte «entro la fine di novembre» - e a sera l'esito della direzione regionale. Al termine di una riunione piuttosto accesa, il Pd aveva deciso i tempi e i modi per le candidature e aveva fissato la data delle primarie al 30 novembre. Voti a favore 42, un contrario e tre astenuti.



Una scaletta accolta non con piacere da Simonetta Rubinato, l'unica che aveva già annunciato di voler presentarsi per la sfida, e che ha fatto sentire in riunione la sua voce critica. Da quel momento, però, è cominciata la corsa alla raccolta delle firme a sostegno della candidature da presentare entro il 17 novembre. Alla fine, ne è uscita una gara a tre: oltre alle due rappresentanti del Pd, l'outsider Pipitone.



Nelle due settimane di campagna elettorale - segnate anche dal gossip dei media sulle frasi della Moretti riguardo alle visite all'estetista - le due sfidanti si sono tenute ben distanti una dall'altra e una certa aria di gelo è caduta solo davanti ai sostenitori venerdì scorso quando una stretta di mano ha siglato il patto: l'unico obiettivo è scalzare Zaia da Palazzo Balbi.



Senza sorprese la primarie del centrosinistra pugliese: è Michele Emiliano, magistrato, ex sindaco di Bari e segretario regionale del Pd, il candidato della coalizione per la successione a Nichi Vendola nella guida della Regione. Con percentuali che (ad un terzo dei voti scrutinati) superano il 67%, Emiliano ha staccato di gran lunga i suoi avversari. Dario Stefano, ex assessore regionale e senatore sostenuto da Sel, si attesta sul 22,5%, mentre l'assessore regionale alla legalità, Guglielmo Minervini anche lui del Pd, si è fermato al 10,5%.



Molto alta l'affluenza alle urne che ha toccato i 100.000 votanti. Decisamente al di sopra delle prudenziali previsioni di 60-80mila fatte qualche giorno fa dagli organizzatori dopo l'alta astensione alle regionali in Emilia Romagna e in Calabria. Nelle prime primarie celebrate in Puglia per le regionali del 2005, quando Vendola si affermò a sorpresa sul candidato favorito, Francesco Boccia, votarono 78.000 persone. Cinque anni dopo, quando si replicò la stessa sfida tra i due candidati e Vendola sconfisse nuovamente Boccia, ci fu una mobilitazione sorprendente e a votare furono 192.000 pugliesi.



Il successo di partecipazione di oggi fino a ieri mattina era stato messo in forse dallo scontro consumatosi tra Emiliano, che qualche giorno prima aveva annunciato in solitaria un'alleanza con l'Udc e gli altri candidati ma soprattutto con Vendola che, dopo un vertice di maggioranza venerdì sera aveva annunciato il disimpegno di Sel dai gazebo. Ieri mattina è stato un altro vertice tra i partiti della coalizione a sancire la pace, o almeno una tregua che ha consentito oggi di celebrare in tranquillità la consultazione.



Emiliano non ha al momento un antagonista certo perché il centrodestra non ha ancora ufficializzato la propria scelta. Naufragata ormai l'ipotesi di primarie, per la coalizione ci sono in campo l'autocandidatura del presidente della Provincia, Francesco Schittulli, che sembrerebbe il favorito, e quella del vicepresidente del Consiglio regionale Nino Marmo (Fi). Alle primarie hanno contribuito oltre 2.000 volontari che hanno garantito l'apertura di 290 seggi allestiti nei 258 comuni pugliesi.