L'Ue attacca l'Italia e indaga sull'Ilva,
Renzi: "Ci vogliono deboli e marginali"

Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker
Matteo Renzi e Jean-Claude Juncker
di Alessandra Severini
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Mercoledì 20 Gennaio 2016, 03:21 - Ultimo aggiornamento: 10:24
Lo scontro fra Roma e Bruxelles si fa sempre più acceso e lambisce anche il Parlamento europeo, dove il presidente del Partito popolare, Manfred Weber, considerato l'uomo forte di Angela Merkel a Strasburgo ha sferrato un duro attacco contro il premier italiano: «Renzi sta mettendo a repentaglio la credibilità dell'Europa a vantaggio del populismo».


E non si riscaldano neanche i rapporti ormai gelidi fra il presidente della commissione Ue e il premier italiano. Junker ha prima avvertito sui rischi legati alle divisioni fra gli stati membri sulle politiche migratorie: «Senza un'azione comune, una politica europea dell'immigrazione, Schengen non sopravviverà». Poi ha aggiunto: «Alcuni governi sono veloci ad attaccare Bruxelles, ma si guardino allo specchio, anche loro sono Bruxelles”.

Anche se non direttamente è arrivata la risposta di Matteo Renzi.
«A chi, forse impaurito da questo nuovo protagonismo italiano, preferirebbe averci più deboli e marginali» il premier ha mandato un messaggio chiaro: «Se ne facciano una ragione: l'Italia è tornata, più solida e ambiziosa». Non solo. Il governo ha scelto il nome del nuovo rappresentante dell'Italia a Bruxelles al posto dell'ambasciatore Stefano Sannino (che aveva ricevuto molti apprezzamenti proprio da Junker). Si tratta dell'attuale vice ministro allo Sviluppo, Carlo Calenda.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato la Commissione Ue che ha dato il suo via libera a un'indagine approfondita per sospetti aiuti di Stato all'Ilva di Taranto.
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