Scuola e Senato, ultime prove per il governo.
Giallo sull'apertura della Giannini

Stefania Giannini
Stefania Giannini
di Alessandra Severini
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Martedì 7 Luglio 2015, 03:38 - Ultimo aggiornamento: 12:16
ROMA - L'Italia è al sicuro da un eventuale tsunami greco. Lo ripete ogni giorno il governo. Ma per stare più tranquillo, Matteo Renzi vorrebbe chiudere prima della pausa estiva due nodi che gli stanno particolarmente a cuore.



Quello della riforma della scuola e quello della riforma costituzionale.

Il ddl scuola, già approvato dal Senato con la fiducia, arriva oggi alla Camera proprio mentre in piazza Montecitorio i docenti, precari e di ruolo, manifesteranno ancora una volta il loro dissenso contro la riforma. L'approvazione del testo appare scontata, probabilmente entro la settimana, ma gli insegnanti si stanno già muovendo per un referendum abrogativo del ddl.



I sindacati non credono perciò all'apertura al dialogo arrivata dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, che ha annunciato la trasformazione del suo profilo facebook in «una pagina pubblica su cui riprenderanno il dialogo e il confronto sui provvedimenti che stiamo approvando in materia di Istruzione e sulle innovazioni a cui lavoriamo nel settore della Ricerca e dell'Università».



Sulla riforma della scuola, comunque, la maggioranza di governo non dovrebbe avere problemi di numeri e la critica posizione della minoranza Pd non sembra preoccupare. Più critici sono i numeri al Senato dove è in discussione la riforma del bicameralismo. Qui la sinistra dem potrebbe mettere in difficoltà il governo se non ottiene le modifiche proposte (fra cui il Senato elettivo). Il governo vorrebbe il voto finale entro i primi di agosto, prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, ma non esclude di rallentare la corsa se non avrà la certezza dei numeri.



Nei calcoli dovrà considerare anche la posizione del forzista Denis Verdini (intenzionato a votare a favore) e di quanti potrebbero seguirlo. Renzi è apparso negli ultimi giorni più cauto e potrebbe decidere il rinvio del ddl Boschi a settembre. Già oggi il premier potrà misurare la forza della sua maggioranza in commissione Affari costituzionali, dove i senatori di maggioranza sono 14, tanti quanti quelli di opposizione.
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