Primi licenziamenti per i furbetti del cartellino,
con la riforma Madia puniti anche i dirigenti

Primi licenziamenti per i furbetti del cartellino, con la riforma Madia puniti anche i dirigenti
di Mario Fabbroni
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Mercoledì 20 Gennaio 2016, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 10:24
Sarà stato l'effetto Renzi-Madia a proposito del decreto anti assenteisti annunciato per oggi dal Governo, ma il Comune di Sanremo ha licenziato proprio ieri quattro dipendenti coinvolti nell'inchiesta “Stakanov” sull'assenteismo, scattata il 22 ottobre scorso.


La vicenda fece scalpore perchè rivelò «un sistema scellerato» - come lo definì il magistrato inquirente - dove un impiegato era in canoa durante il turno di lavoro, altre signore dipendenti dell'ente andavano invece al mercato, uno timbrava addirittura in mutande e tornava a casa. «Arriveranno altri licenziamenti nelle prossime ore», annuncia il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, a proposito dell'inchiesta che portò a 35 arresti, 8 obblighi di firma e 75 indagati.

Duecento gli accertamenti scattati, visto che c'era anche chi segnava lo straordinario non fatto e chi si timbrava la presenza nei superfestivi ma non lavorava neppure un minuto.
Un malcostume italiano che oggi Renzi & Co. vogliono estirpare con una norma ad hoc che sospende dallo stipendio i “furbetti” del cartellino entro 48 ore e inguaia pure il dirigente che non controlla a dovere i dipendenti pubblici oppure non avvia una celere procedura di licenziamento.

Alcuni numeri parlano chiaro: le giornate di malattia godute nella Pubblica Amministrazione nel 2013 ammontano al 46,3% in più rispetto al settore privato. Confindustria ha calcolato che si recupererebbero 3,7 miliardi di euro se i due comparti avessero invece la stessa media/assenze.

Renzi del resto non ha motivi per frenare l'impeto riformista nel settore del lavoro: secondo i dati dell'Inps, le assunzioni nel settore privato in aumento del 9,7%, i posti fissi sono aumentati di 510.000 unità in 11 mesi. Il premier quindi twitta: «Questi dati dimostrano l'assurdità delle polemiche sul Jobs Act. #avantitutta». Tanto più che perfino il il Fondo monetario Internazionale afferma che il mondo rallenta ma l'Italia tiene. L'Fmi infatti rivede al ribasso dello 0,2% le stime di crescita del Pil globale: nel 2016 farà +3,4%, pesano il rallentamento della Cina e degli Stati emergenti oltre al mini-petrolio. Al nostro Paese, invece, giovano le riforme.
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