Renzi: "Il Tfr sono soldi dei lavoratori,
li vorrei in busta paga dal 2015"

Renzi (Ansa)
Renzi (Ansa)
di Alessandra Severini
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Domenica 5 Ottobre 2014, 22:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 10:14
ROMA - «Sono soldi dei lavoratori, mi piacerebbe che dal 2015 andassero in busta paga». Nonostante la valanga di critiche e dubbi, Matteo Renzi è convinto che anticipare parte del Tfr in busta paga sarebbe una misura capace di stimolare i consumi e far ripartire l'economia. «Si tradurrebbe – sottolinea - in un raddoppio dell'operazione 80 euro». «Verificheremo la fattibilità della proposta – rilancia il premier - senza gravare sulla situazione bancaria delle piccole e medie imprese».





Il governo comunque ha ormai meno di 10 giorni per mettere a punto la legge di stabilità. L'esecutivo vorrebbe una manovra espansiva, in cui almeno 15 miliardi siano destinati al rilancio dell'economia, tra misure per il lavoro e riduzione delle tasse. E' allo studio anche la possibilità di prorogare per due anni il bonus per le ristrutturazioni edilizie e l'ecobonus, misure che hanno dato buoni risultati e stimolato settori in affanno come l'edilizia.



In parallelo dovrà correre la riforma del lavoro. Il governo sta valutando l'ipotesi del voto di fiducia per blindare il testo. Non è un mistero del resto che Renzi voglia ottenere il sì del Senato entro l'8 ottobre, giorno in cui si riunirà a Milano la Conferenza europea sull'occupazione. La fiducia sembra l'unica strada per costringere l'aula a un rapido sì, superando le divisioni interne al Pd e i mal di pancia degli alleati centristi di maggioranza. Più difficile sarà convincere i sindacati. Renzi li incontrerà domani nella Sala Verde di Palazzo Chigi, ma all'ordine del giorno ci sono contrattazione, tfr e rappresentanza, mentre non sembra possa essere aperto un canale di discussione sull'art.18.



A complicare il timing immaginato dal premier c'è anche il voto per i giudici della Consulta che paralizza da mesi l'attività parlamentare. Martedì sarà di nuovo seduta comune per tentare (è la 17esima volta) l'elezione dei due giudici, ma c'è poco ottimismo sulla possibilità che passi il ticket Violante-Caramazza. Intanto torna a farsi sentire la protesta dei lavoratori statali. L'Istat ha certificato che fra blocco della contrattazione e limiti al turnover, il costo degli stipendi dei dipendenti pubblici è sceso in tre anni di quasi otto miliardi di euro. I sindacati chiedono che i salari vengano sbloccati: «Se il blocco dei contratti dovesse essere confermato anche nel 2015 - tuona la Cgil - ossia per il sesto anno consecutivo, si avrebbero problemi di carattere costituzionale».