Art. 18, Renzi: "Reintegro crea lavoratori
di serie A e serie B"

Art. 18, Renzi: "Reintegro crea lavoratori di serie A e serie B"
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Venerdì 26 Settembre 2014, 20:45 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 12:28
Il premier Matteo Renzi andato oggi in visita al quartier generale di Chrysler ad Auburn Hills, a Detroit. A riceverlo l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne. Dopo un rapido scambio di saluti i due si sono avviati per un giro della sede, il secondo maggiore edificio americano dopo il Pentagono.







«A me sta a cuore ridurre la disoccupazione» in Italia e «per far questo faremo tutto il necessario», ha detto Renzi, parlando nella sede della Chrysler con al fianco Marchionne.



«Il reintegro non è il meglio se crea lavoratori di serie B», ha detto Renzi, intervenendo di nuovo sullo scontro che riguarda l'ipotesi di cancellare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.



«Io non sono interessato alla discussione tra le correnti politiche, ma a ridurre la disoccupazione. Non mi interessa cosa pensa questo o quell'esponente del mio partito, ma di restituire un po' di lavoro al Nord come al Sud. La mia unica, grande e straordinaria preoccupazione è solo ridurre il numero di disoccupati in Italia e per far questo faremo tutto il necessario», ha proseguito. «Non vedo questo rischio», ha poi aggiunto replicando a chi gli chiedeva se vedesse rischi di spaccatura del Pd per la riforma del mercato del lavoro.



«Non ho paura dei poteri forti», ha poi assicurato il premier riferendosi alla critiche degli ultimi giorni.



Fiat «è un'azienda storica» e «credo che oggi sia una grande azienda con capacità globale. Questa è una scommessa che ci piace, l'idea del Made in italy che vogliamo supportare e difendere», ha aggiunto Renzi. «Sono orgoglioso da italiano che ci sia Fiat Chrysler Automobiles», ha continuato, sottolineando che la «globalizzazione è la maggiore opportunità che ha l'Italia».



«Come ce l'hanno fatta i 15.000 dipendenti Chrysler in questo edificio, l'obiettivo è poter dire che così ce la faremo anche in Italia», ha sottolineato Renzi.



«Nessun modello è un modello che vale per tutti i paesi. Il welfare dello Stato in Italia è diverso da quello americano ed io non farei a cambio», ha aggiunto il premier, aggiungendo che invece farebbe a «cambio col modello universitario americano».



«Quello che mi accomuna con Marchionne? Spero il finale», ha poi risposto Renzi, sottolineando che Marchionne ha preso due «aziende bollite».



«Continuiamo ad appoggiare il presidente per l'agenda di riforme che sta portando avanti. È essenziale avere un indirizzo chiaro e penso che ce lo stia dando», ha detto Marchionne, aggiungendo che da parte di Fiat «l'impegno c'è» a sviluppare attività in Italia.



«Andare avanti senza farsi intimidire. Cosa abbiamo in comune? È che non ha paura», ha aggiunto l'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, sottolineando che l'Italia è un paese da ricostruire e Renzi ha davanti un'agenda enorme. «Ho assorbito diverse critiche dall'Italia e me ne sono fregato», ha sottolineato ancora Marchionne, suggerendo al premier di «fare lo stesso».



Renzi e Marchionne hanno visto il Centro Stile, dove sono esposti nuovi modelli, e il cosiddetto pilota, ovvero la linea di montaggio dei nuovi modelli che ci sono nel complesso dove avviene la sperimentazione in vista della produzione dei veicoli in uno degli stabilimenti di Fiat e Chrysler.