Pd, Orlando si candida alle primarie: "No alla politica della prepotenza"

Andrea Orlando
Andrea Orlando
di Margherita Ossoli
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Venerdì 24 Febbraio 2017, 09:05
Dopo giorni di incertezza, il ministro della Giustizia Andrea Orlando scioglie la riserva: anche lui, come Michele Emiliano, si candiderà alla segreteria del Pd, sfidando Matteo Renzi alle primarie. «Ho deciso di candidarmi perché non mi rassegno al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza» dice Orlando, incassando da subito l’appoggio del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, convinto che «il partito vada cambiato».

Intanto i renziani spingono sull’acceleratore e fare le primarie già il 9 aprile così da affrontare con un leader pienamente legittimato la campagna elettorale per le amministrative di giugno. Ma la data proposta non piace a Michele Emiliano e Andrea Orlando che chiedono più tempo per rendere il Pd “contendibile” rispetto a Matteo Renzi. Alla fine è possibile che un accordo sarà trovato sulla data del 23 aprile.

Intanto cresce la pattuglia di chi segue Bersani nell’addio al Pd. Lo fa per esempio il viceministro degli Interni Filippo Bubbico, mentre in aula si fanno i conti sul numero di parlamentari che andrà a formare i nuovi gruppi parlamentari. Per ora si contano 37 deputati - 20 bersaniani e 17 ex Si - e 13 senatori, tutti usciti dal Pd. Si discute inoltre sul nome ed il simbolo che dovrà avere il nuovo soggetto politico. Fra i nomi più gettonati ci sono “Democratici e socialisti” che ricorderebbe i Ds e “Uguaglianza e libertà”.
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