Scuola, via alle assunzioni. Renzi: "Riforma
Rai a marzo". Scontro con Gasparri e Landini

Scuola, via alle assunzioni. Renzi: "Riforma Rai a marzo". Scontro con Gasparri e Landini
di Lorena Loiacono
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Lunedì 23 Febbraio 2015, 03:38 - Ultimo aggiornamento: 11:22
ROMA - Assunzioni, fondi, classi pollaio ed edilizia scolastica: c'è di tutto nel piano scuola targato Renzi, anche le polemiche di buona parte del mondo della scuola. La riforma arriverà in 52 articoli al Consiglio dei Ministri, venerdì prossimo 27 febbraio. A rilanciare il discorso, ieri, è stato proprio Renzi alla kermesse sulla scuola del Pd, preceduto da un intervento del ministro all'istruzione, Stefania Giannini: «Il cardine è un piano di assunzioni straordinario e la previsione di tornare ad assumere soltanto tramite concorso pubblico».





Le assunzioni saranno inferiori alle 150mila previste inizialmente ma, secondo il Miur, ci saranno 60.000 insegnanti in più per creare nuove classi di infanzia e di tempo scuola nel primo ciclo. Al centro della riforma, quindi, i docenti. E per loro, secondo Renzi, è arrivato il momento di farsi dare i voti: «Gli scatti di merito sono giusti, è giusto che siano valutati gli insegnanti e che sia doveroso che se c'è qualcuno che valuta gli insegnanti sia a sua volta valutato con criteri che siano nell'interesse delle persone perbene». E non è tutto. «E' il momento che la scuola cambi – ha spiegato il premier anticipando provvedimenti pratici - occorre consentire che il 5 per mille possa essere destinato anche alla cultura e alla scuola, le classi pollaio sono inaccettabili e nel 2015 avremo 3000 nuovi interventi di edilizia».



Non solo scuola, ieri Renzi ha parlato anche del Job's act difendendosi dalle critiche della Boldrini che lo ha accusato di non aver ascoltato le commissioni. E sulla Rai «non faremo eleggere il nuovo cda con la legge Gasparri, a marzo faremo un ddl o, per necessità, un decreto legge». Immediata la reazione del senatore che, con un tweet, ha definito il premier «un imbecille». Scontro anche con Landini che, replicando alle parole del premier che ha commentato il suo «scontato ingresso in politica dopo il fallimento in Fiom», ha assicurato che resterà nel sindacato.
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