Sala-Parisi, nuovo scontro in tv
tra i candidati sindaco a Milano

Sala-Parisi, nuovo scontro in tv tra i candidati sindaco a Milano
di Simona Romanò
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Lunedì 13 Giugno 2016, 09:09
Nuova pungente sfida fra Stefano Parisi destra e Giuseppe Sala sinistra in vista del ballottaggio di domenica.

Ieri, a In mezz'ora di Lucia Annunziata su Rai 3 si sono sfidati: Parisi ha annunciato una grande attenzione per contrastare la violenza sulle donne con «una personalità femminile di alto livello che svilupperà strumenti preventivi, a cominciare dalle scuole». Sala ha solleticato l'elettorato con il miraggio delle Olimpiadi a Milano: «Se Roma non le vuole lo dicano a noi...».

Il dibattito si è fatto duro sul tema della legalità, dei vip in giunta annunciati per catturare voti, delle alleanze per convenienza. Mister Expo, che nelle prossime ore annuncerà la squadra, ha difeso la decisione «di affidare all'ex pm Gherardo Colombo un comitato per la sicurezza». Mister Confindustria l'ha attaccato: «Solo propaganda. No ai nomi per prendere qualche voto in più. E sulla legalità il problema non è avere comitati, ma mantenere il polso fermo. Se devo sgomberare case occupate, a fronte di 20mila persone in lista d'attesa, non ho bisogno che me lo dica Gherardo Colombo imparentato con la sinistra di Basilio Rizzo. Lo devo fare».

Il piano sicurezza, caro al centrodestra, sarà svelato oggi. Botta e risposta anche sul libro Mein Kampf allegato al Giornale: critici entrambi e Parisi che rimanda al mittente l'accusa del ministro Boschi e dell'onorevole Fiano (Pd) che additavano l'iniziative come una «propaganda elettorale».

Ufficiale l'apparentamento dei Radicali con il centrosinistra: porteranno in dote l'1,9% di consensi. Il vero ago della bilancia sarà il M5S con il 10,6%. Per Sala «bisogna pescare i singoli grillini, perché non vogliono un dialogo, ma su legalità e trasparenza è possibile una convergenza». Parisi allarga il tiro, forse convinto del voto dei 5 stelle anti-Renzi: «Non farò alleanze per non subire condizionamenti. Mi rivolgo a chi non è andato alle urne il 5 giugno e ai grillini dico che sono il naturale interlocutore, perché rappresento la discontinuità con Pisapia».
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