Milano, emergenza profughi sempre più grave:
inevitabile l'apertura di Expo nelle prossime ore

Milano, emergenza profughi sempre più grave: inevitabile l'apertura di Expo nelle prossime ore
di Simona Romanò
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Lunedì 11 Luglio 2016, 09:38
L'emergenza profughi si fa più esplosiva, complice il caldo, gli arrivi senza tregua e gesti di violenza dettati dell'esasperazione: ogni giorno si compie un piccolo miracolo, in attesa che apra il campo base di Expo. Nelle prossime ore - domani o mercoledì - potrebbero arrivare i primi dei 150 rifugiati inviati dalla Prefettura, ma ancora non è stato dato l'ok alla Croce Rossa di gestire i container. Si sta lavorando all'aspetto organizzativo. «Non c'è tempo da perdere, perché c'è il rischio che scoppino tensioni fra migranti esausti dal viaggio, che vogliono lasciare Milano», avverte il presidente della Fondazione progetto Arca Alberto Sinigallia.

Infatti, ieri è nata una rissa nella struttura di via Mambretti, con un sudanese di 27 anni, affetto da problemi psichiatrici che ha ferito lievemente altri due. L'uomo è stato poi arrestato per tentato omicidio. «Avevamo già segnalato il caso al Niguarda», precisa Sinigallia. L'hub di via Sammartini è diventato un improvvisato campo profughi: 320 fra eritrei, sudanesi e subsahariani hanno dormito ammassati, fra venerdì e sabato, nella camerata perché le strutture del Comune scoppiano e circa 150 si sono riversati in strada fra piazza Duca D'Aosta e lungo il lembo di terra dei Bastioni di Porta Venezia. Il bilancio della notte scorsa è di 250 persone approdate spontaneamente in Stazione Centrale a bordo dei treni. «La situazione è sotto controllo, ma con fatica», avvisa Sinigallia. Oggi sarà al sopralluogo nell'ex biblioteca di via San Marco 49, che potrà essere attrezzata con 50 brandine. 

È caccia di posti letto: la Casa della Carità ha messo a disposizione 30 brande ed altrettante saranno predisposte oggi al Memorale della Shoah. Mancano lenzuola e kit igienici che saranno forniti da progetto Arca. La Milano solidale si rimbocca le maniche, perché i flussi non diminuiranno. A lavorare sodo sono i medici del presidio di via Sammartini. «In un giorno di visite su 200 migranti abbiamo diagnosticato 60 casi di scabbia, soprattutto fra eritrei - spiega Giorgio Ciconali, direttore del Servizio igiene dell'Asl - Tutti sono stati trattati e non c'è pericolo di contagio». Poi, tranquillizza «sulla grande attenzione posta dai dottori che operano nei centri e che ora s'occuperanno anche del campo base di Expo».
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