Milano, blitz dei vandali in Duomo: imbrattato di scritte il portone. Aperta un'inchiesta -foto

Milano, blitz dei vandali in Duomo: imbrattato di scritte il portone. Aperta un'inchiesta
di Salvatore Garzillo
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Giovedì 6 Novembre 2014, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 10:26
Nessuno capisce che cosa ha scritto, ma poco importa. Il writer che ha imbrattato il portale centrale del Duomo difficilmente resterà impunito. Nell’area c’è la più alta concentrazione di telecamere della città, tutte ad alta definizione.





I vigili del nucleo antigraffiti stanno raccogliendo i filmati della notte tra mercoledì e ieri e stanno confrontando i tag vergati sulla “Porta Maria” con quelli contenuti nel database delle firme dei writer.







Al momento non ci sono riscontri e l’ipotesi è che in questo caso si tratti di un semplice teppista senza alcuna velleità artistica oppure di un graffitaro alle prime armi che ha deciso di iniziare la carriera con un colpo a effetto. Nel mondo del writing, infatti, c’è una disciplina chiamata “bombing” che prevede il bombardamento di un’area con il proprio tag. Più è difficile il punto su cui si “dipinge”, più rispetto guadagna l’autore. Il Duomo, ovviamente, è una tela da un milione di punti.



In ogni caso non è il primo a imbrattare il simbolo della città e probabilmente non sarà l’ultimo. Lo dicono i soldi spesi ogni anno dalla Veneranda Fabbrica del Duomo: 50mila euro per ripulire le pareti da scritte e graffiti di turisti maleducati o semplici vandali. «Continuamente dobbiamo intervenire per queste problematiche e lo facciamo rapidamente - dicono dall’Ente - anche stavolta, non appena la polizia ha completato i suoi rilievi abbiamo sistemato tutto». Oltre a quelle tracciate con lo spray bianco sulla porta centrale - grandi un metro e mezzo per un metro - sono state trovate altre parole in azzurro sui pannelli laterali che guardano il Palazzo Reale: “distruvy” e “distroy”.



Le indagini sono state affidate al pm Elio Ramondini, un esperto del campo, che si è occupato di molte inchieste sul fenomeno dei writers e grazie al quale nei mesi scorsi la procura di Milano, prima in Italia, ha contestato agli street artist il reato di associazione per delinquere.
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