Milano, boom di sfratti dalle case popolari: tensione alle stelle

Milano, boom di sfratti dalle case popolari: tensione alle stelle
di Daniela Uva
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 09:22
Quasi 16mila sfratti con la richiesta della forza pubblica, circa 2300 dei quali già eseguiti fino al 30 settembre e oltre 2700 nel 2015. In totale sono 23mila le famiglie che ancora aspettano l'assegnazione di un alloggio popolare, mentre le case pubbliche libere e non ancora assegnate sono diecimila, e soltanto mille vengono messe a disposizione ogni anno.

Sono questi i numeri dell'emergenza abitativa a Milano, cresciuta continuamente a partire dal 2012. Il dito è puntato contro le misure adottate da Palazzo Marino, definite «sbagliate e inefficaci» dal sindacato degli inquilini. «La situazione non è mai stata facile, ma è peggiorata con le scelte dell'amministrazione Pisapia attacca il segretario del Sicet, Leo Spinelli - e a sei mesi dalle elezioni sembra che poco sia cambiato». Per questo gli inquilini sfrattati hanno deciso di scendere in piazza. L'appuntamento è fissato alle 15 di oggi davanti a Palazzo Marino, con tanto di flash mob. «Ci vestiremo da fantasmi continua Spinelli - perché è proprio così che si sentono considerate queste persone».

Il Sicet accusa le politiche più recenti, che hanno introdotto fra le altre cose l'Agenzia sociale per la locazione, «un ente che a disposizione ha circa otto milioni di euro, ma fin qui inefficace». Il sindacato critica anche la mancata applicazione del protocollo firmato lo scorso aprile in Prefettura, che farebbe slittare di sei mesi l'intervento dell forze dell'ordin in caso di sfratto esecutivo. Infine c'è la situazione paradossale delle persone colpite da invalidità. Nonostante siano in cima alle graduatorie per l'assegnazione degli alloggi popolari, vedono costantemente respinte le loro domande. E questo perché - spiegano dagli uffici del Comune - in questo momento a Milano mancano case popolari prive di barriere architettoniche. «Peccato conclude il rappresentante sindacale che ci siano migliaia di persone con disabilità lievi, che potrebbero tranquillamente vivere in qualunque casa e che invece rischiano di finire per strada».
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