Ilva, il gip di Milano: no al patteggiamento dei Riva, accordo "incongruo"

Lo stabilimento Ilva di Taranto
Lo stabilimento Ilva di Taranto
di Giusy Franzese
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Martedì 14 Febbraio 2017, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 17:40
La telenovela del salvataggio dell’Ilva di Taranto si arricchisce di una nuova puntata: il gip di Milano, Maria Vicidomini, ha bocciato l’accordo di patteggiamento concluso con la procura tra gli avvocati della famiglia Riva, ex proprietaria del siderurgico, e i commissari straordinari nominati dal governo per gestire l’azienda in vista del salvataggio e della cessione a nuovi proprietari. Il giudice ha ritenuto «incongrue» sia le pene patteggiate, sia la cifra che i Riva sono disposti a far arrivare a Taranto e che sarebbe servita per completare la bonifica ambientale dell’azienda e in parte anche della città pugliese.

L’accordo - annunciato con grande risalto dall’allora premier Renzi qualche giorno prima del referendum costituzionale - prevedeva da una parte il via libera allo sblocco di un miliardo e 300 milioni di euro di cui la Procura aveva già chiesto il sequestro, ma attualmente custoditi nei forzieri svizzeri su conti intestati a società risalenti ai Riva; dall’altro uno sconto di pena per gli indagati: 2 anni e mezzo per Adriano, tra i 4 e i 5 anni (in continuazione con una condanna già definitiva) per Fabio e circa 2 anni per Nicola. Pene troppo basse, ha decretato il gip. Così come troppo bassa sarebbe anche la cifra di un miliardo e trecento milioni da far arrivare a Taranto.

Insomma l’accordo, al quale hanno lavorato per mesi avvocati penalisti e civilisti e il procuratore della Repubblica Francesco Greco con i pm titolari dell‘indagine Stefano Civardi e Mauro Clerici, risulta bocciato su tutta la linea. A questo punto si riapre nuovamente tutta la partita. Anche quella della vendita dell’Ilva, arrivata alle battute finali con le due cordate interessate alle prese con gli ultimi dettagli per la presentazione dell’offerta vincolante. Il patteggiamento infatti garantiva  gli acquirenti da future eventuali richieste, anche per via giudiziaria, dei vecchi proprietari.
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