«Non mi lascerai», Carabiniere punta la pistola
alla testa della donna. Arrestato dalla polizia

«Non mi lascerai», Carabiniere punta la pistola alla testa della donna. Arrestato dalla polizia
di Erasmo Marinazzo
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Sabato 16 Agosto 2014, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 20:15
MELPIGNANO - Un carabiniere è stato arrestato dopo la promessa via sms alla sua ex di una “sorpresa speciale” per il giorno del suo compleanno, oggi, 16 agosto. L’appuntato Rocco Monaco, 52 anni, di Melpignano, è finito ai domiciliari l’altro ieri sera con l’accusa di aver annientato psicologicamente, picchiato, minacciato di morte con la pistola d’ordinanza sparando tre colpi e poi e puntandogliela alla testa, la donna con cui avrebbe avuto una relazione di quasi otto anni.



Alla luce di questi comportamenti narrati nelle due denunce presentate l’1 e il 5 agosto, corredate anche dagli sms minatori inviati dal cellulare dell’indagato e da un telefono pubblico, nonché due lettere anonime con riferimenti alla loro relazione, gli inquirenti hanno ritenuto che fosse prudente annientare l’aggressività contestata all’appuntato Monaco con una misura cautelare. Per scongiurare un’eventuale tragedia, vista l’imminenza del compleanno della ex.



E dire che questo carabiniere si è fatto apprezzare per l’impegno, la professionalità e l’attaccamento alla divisa dimostrati sia negli anni trascorsi nella Compagnia di Gallipoli che ora che era di servizio a Lecce. Ma nel privato di una relazione d’amore avrebbe perso completamente i freni inibitori, si dice nell’inchiesta del pubblico ministero Roberta Licci e dei poliziotti del Commissariato di Taurisano guidati dal dirigente Salvatore Federico e da sostituto commissario Rosanna Buffo. Anche 200 sms al giorno, nell’ultimo periodo. Ed un uso sistematico della sopraffazione e delle minacce, fino a costringerla ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, dicono le accuse di violenza privata, atti persecutori (stalking) e violenza sessuale.



L’appuntato Monaco ha negato tutto quando l’altro ieri pomeriggio si è trovato i poliziotti a casa. Ed allora perché credere alla sua ex e non a lui? Perché, al momento, le circostanze riferite dalla donna sono state confermate da tre testimoni: l’ex marito, il figlio e il nuovo compagno. Già, proprio il consorte dal quale la donna divorziò per via della relazione con l’appuntato Monaco. E quest’uomo ha parlato di uno degli episodi più gravi accaduti durante quella relazione: una sera di ottobre del 2008 la moglie rientrò a casa terrorizzata. Lui era al corrente del legame con il carabiniere e restò ad ascoltarla mentre gli raccontava di come il militare avesse sparato tre colpi di pistola d’ordinanza nella casa di Baia Verde di Gallipoli dove si incontravano. L’aveva fatto - disse la donna - dopo che lei aveva provato per l’ennesima volta a fargli capire di volere mettere fine alla loro storia. Lui sparò e fece tre fori sul soffitto. Moglie e marito andarono insieme in quella casa. E lui - ha detto per la prima volta pochi giorni fa - quei fori li vide. Ma la paura di ritorsioni e la consapevolezza di esserci entrati senza permesso, lo scoraggiò a confermare tutto nell’inchiesta aperta all’epoca. La donna recuperò un bossolo calibro 9 parabellum, come quello in uso alle forze dell’ordine, ed anche un’ogiva, ma ritirò la denuncia e l’inchiesta venne archiviata. Il figlio invece ha ricordato un’aggressione di agosto del 2008: aveva 13 anni e vide la madre picchiata in strada a colpi di casco. L’attuale compagno ha parlato invece delle lettere minatorie ricevute da suo padre.



Le cose stanno proprio così? L’appuntato Monaco potrà raccontare la sua verità nell’interrogatorio con il giudice Alcide Maritati, alla presenza dell’avvocato difensore Luigi Suez.