I dubbi degli inquirenti italiani: uccisa
dai terroristi o da "fuoco amico"?

I dubbi degli inquirenti italiani: uccisa dai terroristi o da "fuoco amico"?
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 13:15
VENEZIA - Ad uccidere Valeria Solesin sono stati i proiettili sparati dai terroristi o quelli provenienti dal "fuoco amico" dei reparti speciali della polizia, intervenuta per salvare gli ostaggi? È uno dei quesiti a cui gli inquirenti italiani sperano di poter avere presto risposta, nell’ambito dell’inchiesta avviata sulla morte della giovane ricercatrice veneziana.



All’autopsia eseguita a Parigi, su disposizione dell’autorità giudiziaria francese, non sono stati ammessi a presenziare gli esperti della polizia italiana. Ma questa non è una sorpresa per chi conosce il modo di operare dei cugini d’Oltralpe, i quali non amano intromissioni di alcun tipo. In Procura a Venezia, non hanno dubbi sulla correttezza e sulla serietà degli accertamenti medico legali già eseguiti ed è per questo motivo che il procuratore aggiunto Adelchi D’Ippolito ha annunciato che l’esame autoptico non verrà ripetuto all’arrivo del cadavere in laguna. L’autorità giudiziaria veneziana si limiterà a disporre una ricognizione esterna del corpo senza vita della ragazza...